Con la sua barca Nicolò Gaudenzi ha salvato 50 persone durante l’alluvione

L'artigiano di Russi ha messo a frutto la sua esperienza di cacciatore di mare e di valle.  L'8 giugno sarà premiato dal Comune.

Il buon cuore della gente è venuto allo scoperto nei giorni più drammatici dell’alluvione che ha colpito la regione Emilia Romagna. Fra le tante storie che meritano di essere raccontate, c’è sicuramente quella di Nicolò Gaudenzi, artigiano di Russi, che ha messo a frutto la sua passione come cacciatore di mare e di valle e utilizzato le sue barche per aiutare a evacuare e a portare in salvo circa 50 persone nei giorni scorsi.  

Gaudenzi, può raccontare come si è organizzato per mettersi a disposizione dei suoi compaesani? 

Temendo quanto sarebbe potuto accadere, già il martedì sera prima dell’alluvione, ho iniziato a prepararmi, caricando la mia barca e il motore fuoribordo sul camioncino. Poi ho pubblicato un annuncio su Facebook per far sapere che sarei stato operativo in favore della comunità della zona di Russi.   

Si ricorda il suo primo intervento?  

Appena dopo il disastro, il telefono ha iniziato a squillare. Il primo intervento l’ho fatto mercoledì sera. Era una famiglia con due bambini piccoli rimasta intrappolata in piena campagna. La situazione era drammatica, c’era buio e attorno a loro un fiume in piena. Sono stati felicissimi di ricevere il mio aiuto. Da quel momento ho continuato e sono stato impegnato per tutta la giornata di giovedì 18 maggio per effettuare altri soccorsi, fino all’arrivo dei soccorsi ufficiali.  

Come si presentava la situazione dei soccorsi in quel momento?  

Sicuramente i Vigili il 18 erano ancora impegnati su altri fronti, in città colpite prima della nostra; quindi, ho cercato di aiutare più persone possibile nella fase iniziale delle operazioni quando ancora non c’erano i rinforzi utili per farlo in sicurezza.   

Ha ricevuto degli aiuti esterni?  

Sì. Durante l’ormai indimenticabile giovedì 18, altre persone di Russi mi hanno aiutato a mettere in salvo diverse persone. Per quanto mi riguarda, li portavo nelle zone asciutte e loro li mettevano al sicuro in modo che io potessi tornare indietro a prendere altra gente. A metà mattina da Forlì hanno mandato 8 uomini dei paracadutisti con un camion, ma non avevano l’attrezzatura adeguata per muoversi velocemente, quindi abbiamo unito le nostre forze. Siamo anche stati aiutati da un contadino, che ha messo la sua casa a disposizione. Ha offerto da mangiare a tutti insieme a sua moglie e ha dato la possibilità a queste persone di riposarsi. Brave persone che hanno messo a disposizione ciò che avevano in un momento di difficoltà, non li ringrazierò mai abbastanza per averci assistito e rifocillato in una giornata così pesante. 

Qual è stata la difficoltà maggiore che ha incontrato?  

Le correnti erano molto forti quindi serviva un motore abbastanza potente come il mio per riuscire a fare le cose in sicurezza. Russi è 12 metri sul livello del mare quindi l’acqua cercava di scendere verso valle in modo costante, ma io sono nato e cresciuto in ambienti acquatici quindi sapevo come muovermi in questo contesto.  

Lei ha subito danni per l’alluvione?  

Sono stato fortunato, vivo in una zona rialzata quindi non ho avuto problemi particolari.   

In che zone ha prestato soccorso principalmente?  

Soprattutto nell’area di Prada, Pezzolo, da Russi verso san Pancrazio. Mi avevano contattato anche dal Faentino ma ero consapevole di non poter arrivare così lontano. Venerdì mattina mi sono spostato, grazie alla collaborazione di un mio amico, per evacuare due nuclei familiari che vivevano vicino al Canale Emiliano Romagnolo.   

Come ha reagito la cittadinanza a questo suo gesto?  

Non sono un eroe. Molti dei miei concittadini sono stati veramente affettuosi dimostrandosi grati e felici per il mio aiuto. Sono felice di essere riuscito a mettere in salvo tante famiglie o alcuni parenti in difficoltà. In situazioni come queste la collaborazione è importante. L’amministrazione comunale ha deciso di conferirmi un riconoscimento giovedì 8 giugno, per me è un grande onore. Non sono abituato a tutta questa considerazione. Non l’ho fatto per gloria o per ricevere una medaglia. Ho offerto il mio aiuto come avrebbe fatto chiunque al mio posto, con i mezzi e le competenze adeguate. 

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