Coldiretti: «Le tane degli istrici mettono a rischio gli argini. Serve piano di controllo»

Coldiretti vuole un incontro con la Provincia per discutere della sicurezza idraulica del territorio

«La presenza abnorme di animali fossori (ndr. nutrie, tassi, istrici) lungo argini e alvei della rete fluviale provinciale è un fattore determinante per l’indebolimento della sicurezza idraulica del territorio». Lo afferma Coldiretti Ravenna in una missiva inviata al Presidente della provincia di Ravenna, a tutti i sindaci e al prefetto. L’organizzazione agricola pone l’accento sulla problematica legata alla proliferazione incontrollata degli animali fossori, in primis per le tane degli istrici che indeboliscono gravemente gli argini.

Le tane degli istrici mettono a rischio gli argini

«Come emerso da un recente incontro in Regione e come da noi più volte evidenziato – affermano Nicola Dalmonte e Assuero Zampini, rispettivamente Presidente e Direttore di Coldiretti Ravenna – inserito tra le specie protette in via di estinzione, ma invece presente in decine di migliaia di esemplari».

Alla luce dei dati in merito alla presenza dell’istrice e sulla base delle tane censite lungo argini e alvei, Coldiretti afferma: «riteniamo che tale specie debba uscire dalla categoria di quelle protette per possibile estinzione, dato che, senza l’attivazione di un piano di controllo e contenimento apposito, tutto il lavoro di ripristino e messa in sicurezza degli argini rischia di essere minato in pochi mesi, con i cittadini e il territorio agricolo nuovamente a rischio di ulteriori eventi alluvionali».

La richiesta di Coldiretti ad enti e autorità è chiara: «La specie istrice, per ragioni di sicurezza del territorio e di pubblica incolumità, va assoggettata ad un piano di controllo ad hoc, così come già avviene per la nutria, non procedere in tal senso andrebbe infatti ad esporre il territorio a rischi idraulici notevoli. A differenza della nutria, l’istrice costruisce le sue enormi tane negli argini, ben al di sopra della parte interessata dal flusso normale dell’acqua, quindi rendendo particolarmente vulnerabili gli argini stessi nella parte di minor spessore, quella che ha proprio la funzione primaria di contenimento delle piene».

«La cura del territorio e della sicurezza idraulica legata alla gestione dei fiumi – conclude Coldiretti, chiedendo uno specifico incontro sui temi indicati nella missiva e garantendo al contempo il massimo impegno per affrontare i temi della gestione idraulica – per troppo tempo è stata subita dalle popolazioni e mai è stata oggetto di confronto. È giunto quindi il momento di condividere le scelte dato che gli effetti delle alluvioni ricadono poi inevitabilmente su chi nel territorio risiede».

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