Casola Valsenio, Coldiretti e Donne Impresa Treviso in aiuto degli allevatori alluvionati

A tre mesi dalla drammatica alluvione che ha ferito gravemente la collina faentina, non si ferma la solidarietà tra agricoltori e allevatori. Questa mattina, direttamente da Treviso, un ingente carico d’orzo è giunto fino a Casola Valsenio grazie alla catena di sostegno promossa da Coldiretti con l’obiettivo di aiutare gli allevamenti romagnoli in difficoltà.

L’orzo, destinato agli allevatori di Casola Valsenio, tra le zone più devastate dalle frane innescate dagli eventi meteoclimatici del maggio scorso, è stato donato da Coldiretti Treviso e Donne Impresa Treviso.

Le dichiarazioni di Nicola Grementieri e Nicola Dalmonte

«Ringraziamo davvero di cuore Coldiretti e tutti i colleghi e le colleghe di Treviso – ha affermato Nicola Grementieri, allevatore e responsabile Coldiretti per l’alta collina faentina – questi aiuti concreti sono fondamentali per le nostre attività che, seppur superata la fase emergenziale e dell’isolamento, trovano ancora difficoltà nelle operazioni di approvvigionamento per via delle condizioni della viabilità poderale e rurale».

«Gli agricoltori di tutta Italia stanno facendo la loro parte per aiutare i colleghi romagnoli – sottolinea Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – non possiamo che ringraziare sentitamente Coldiretti Treviso e tutti gli allevatori e le allevatrici che dal Veneto hanno voluto aiutarci, questo tipo di sostegno è infatti importante e vitale perché le migliaia di frane e smottamenti che hanno colpito le nostre colline hanno anche cancellato completamente ettari di coltivazioni di foraggio per l’alimentazione degli animali allevati, dai bovini agli ovini sino ai cavalli. La grande solidarietà del mondo agricolo aiuta dunque i nostri imprenditori ad andare avanti ed infonde nuova forza per resistere e reagire».

Un appello alle istituzioni

«Alle istituzioni, invece – conclude Dalmonte – vogliamo ribadire la necessità di intervenire quanto prima per ristabilire la sicurezza idrogeologica del territorio, ripristinando le condizioni pre-alluvione, ma soprattutto investendo in prevenzione altrimenti rischiamo di perdere per sempre un ecosistema già fragile e il patrimonio rappresentato dai suoi custodi, ossia i tanti agricoltori e allevatori che hanno salvato queste terre dallo spopolamento e dall’abbandono».

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