C’è tempo fino a domenica 20 ottobre per provare l’esperienza di camminare all’interno del cimitero monumentale di Ravenna, in rigoroso silenzio insieme a un piccolo gruppo di persone, ascoltando in cuffia quella che è una vera e propria performance sonora sul tema della precarietà della vita. Si tratta di “Nephesh. Proteggere l’ombra” che conclude il ‘Prologo’ de “La Stagione dei Teatri”, in programma tutti i giorni dalle 17.
Per circa un’ora e quaranta minuti – questa è la durata complessiva dell’evento silenzioso – 20 spettatori per volta potranno eseguire un percorso tra tombe e lapidi, polvere e ombre, iscrizioni e sculture, senza recare alcun disturbo alle funzioni o frequentazioni del cimitero, perché muniti di cuffie e dispositivi di riproduzione sonora.
Cosa resta dopo la morte? Quali pensieri ci assalgono, quando varchiamo la soglia di un cimitero? Cosa cerchiamo, di vivo, tra i morti? Sono queste le domande che si sono posti Alessandro Renda, attore delle Albe, e Tahar Lamri, scrittore. «Ognuno, in base alle proprie credenze, esperienze personali e culturali, percepisce il lutto in modo diverso – spiegano Lamri e Renda -. In un mondo contemporaneo in cui si tende sempre più ad allungare la vita, rifiutando l’inevitabilità della morte, si rischia però di abbandonarsi alla paura del dolore e della finitezza delle cose. Il cimitero si mostra allora come lo spazio sicuro in cui accettare e accogliere questa fase dell’esistenza con la dovuta lucidità. Il cimitero, oltre a essere un luogo di memoria, di preghiera, di riflessione sulla transitorietà della vita umana, rappresenta quell’incontro tra passato e presente, tra vita e morte».
Una performance molto tecnologica con musiche e montaggio di Francesco Tedde, missaggio di Cecilia Pellegrini, realizzazione tecnica di Antropotopia.
Lo spettacolo nasce da una richiesta di Azimut e viene realizzato in collaborazione con l’Amministrazione comunale. «Come Azimut – spiega il presidente Marco Turchetti – siamo impegnati da sempre a offrire i migliori servizi al Comune, che è il nostro committente, ma soprattutto ai cittadini, che ne usufruiscono direttamente. Volevamo che il cimitero venisse vissuto non solo come luogo di memoria, ma anche di arte, cultura e identità collettiva. “Nephesh – Proteggere l’ombra” rappresenta un invito a esplorare gli angoli più interessanti e suggestivi del cimitero attraverso un percorso che ci spingerà a farci tante domande e a tentare di trovare qualche risposta. La sfida è riscoprirne la funzione sociale e culturale collettiva, come luogo di incontro, conoscenza e scambio tra culture e generazioni».
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