«Una problematica della forma poetica è stata per me sempre connessa a quella più strettamente musicale, e non ho mai in realtà scisso le due discipline»: per Amelia Rosselli, poesia e musica si intrecciano in una sola lingua, quella di cui si nutre la vita stessa. E allora, per ricordare e tornare ad “ascoltare” la sua voce, le due dimensioni espressive devono fondersi in una sola, e nessuno può farlo meglio di due artisti che già più volte si sono incontrati sul filo sottile che separa, e unisce, la parola e la musica: un’interprete acuta come l’attrice e drammaturga Elena Bucci e un maestro del live electronics quale Luigi Ceccarelli. È a loro che si deve “Se resistere dipende dal cuore. Ascoltando Amelia Rosselli”, in scena martedì 11 luglio sul palcoscenico del Teatro Rasi, alle 21. Lo spettacolo – una produzione di Edison Studio, Le belle bandiere, Nuova Consonanza e Ravenna Festival – si completa con il disegno luci di Daria Grispino e la diffusione sonora di Andrea Veneri.
“Se resistere dipende dal cuore”, in realtà, nasce da lontano. Da quando, nel 1984, proprio Luigi Ceccarelli ha occasione di incontrare Amelia Rosselli per registrarne la voce – sarebbe servita come colonna sonora di uno spettacolo di danza: «Portava sempre la sua corazza anche quando leggeva i suoi testi. Li leggeva con un’espressività inusuale, seriosa, ma traspariva chiaramente un’ironia stravagante». Così quando, dopo tanti anni, Elena Bucci ascolta quelle registrazioni gelosamente conservate non può che provare ad entrarvi e farle proprie: ascoltandole «ho avuto conferma, ancora una volta, di quanto la voce possa raccontare un’anima e di quanto, se tesa a essere autentica e trasparente, diventi musica: variazioni di ritmo, echi di lingue diverse, furie, dolcezze, impennate improvvise, monocordi e ipnotiche, slanci cupi e cristallini».
Ed è su una sorta di partitura, quindi, che si dipanerà il “racconto” di una vita insieme alla ricerca sull’arte di una “voce” poetica tra le più significative, eppure ancora poco indagate, del Novecento. Ha appena 7 anni Amelia, quando il padre Carlo, nel 1937, viene ucciso dagli uomini del regime fascista durante l’esilio in Francia. Un lutto che segnerà tutta la sua vita – morirà volando dalla finestra della sua casa nel febbraio del 1996. Così come a segnarla sono le lingue che fin da subito impara a frequentare: il francese del Paese in cui è nata, l’inglese della madre e naturalmente l’italiano paterno. Oltre agli studi musicali – suona il violino e il pianoforte – si occupa di etnomusicologia.
La sua poesia emerge compiutamente nei primi anni Sessanta e a capirne subito la grandezza sono poeti come Zanzotto, Raboni, Pasolini: la prima raccolta esce nel 1964 per Garzanti, e già dal titolo, Variazioni belliche, si intuisce la disciplina musicale che le innerva. Il “suono” è sempre in primo piano e il rigore della tecnica musicale applicata alla poesia alimenta quella sperimentazione che ne caratterizza il passo, che ne forgia la lingua, viva e continuamente cangiante.
Elena Bucci e Luigi Ceccarelli – forti di una collaborazione che dura da vent’anni – pur mettendo sempre al centro la sua opera poetica e il fermento della sua lingua, hanno raccolto i più svariati materiali su di lei: interviste, biografie, racconti, foto. Ma, come racconta la stessa Elena, «il suo mistero non si dissolveva, tendeva a crescere, lasciando una scia di domande». È per provare a trovare una strada che nasce questo spettacolo, capace di integrare poesia e musica con gli straordinari strumenti della tecnologia digitale.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 15 Euro (ridotto 12 Euro); under 18: 5 Euro
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