08 Feb 2024 09:45 - In evidenza
Nella mostra dei manoscritti rubati a Genova c’è anche un volume della Biblioteca Classense
Il "Compendium de plantis omnibus" di Pietro Andrea Mattioli sarà a Palazzo Ducale dal 9 febbraio al 17 marzo. È stato ritrovato nel 2011, era stato rubato nel 1983
di Redazione
![Biblioteca Classense](https://piunotizie.it/wp-content/uploads/2024/02/24-02-07-Mattioli-3-1024x791.jpeg)
L’antico volume “Compendium de plantis omnibus” di Pietro Andrea Mattioli (Venezia, Officina Valgrisana, 1571) conservato nella Biblioteca Classense sarà presto visibile a Genova nella mostra “Liber. Pagine rubate e ritrovate”, organizzata a Palazzo Ducale, nella sala del Munizioniere, dal venerdì 9 febbraio a domenica 17 marzo.
La mostra, che nasce su proposta del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria e dell’Università di Genova, presenta una selezione di preziosi volumi illecitamente sottratti a chiese, biblioteche, archivi, librerie antiquarie e collezionisti privati su tutto il territorio nazionale e recuperati grazie alla preziosa attività del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.
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Come si può immaginare, anche manoscritti e libri a stampa, se di valore, sono spesso oggetto di furti ma non tutti conoscono la silenziosa e costante attività di tutela svolta congiuntamente dal Ministero della Cultura, tramite le Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, e dall’Arma dei Carabinieri, attraverso il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, che consente spesso di individuarli e restituirli ai proprietari.
La storia del volume della Biblioteca Classense
Restituito alla biblioteca nel 2011 dal Comando Carabinieri Tutela e Patrimonio Culturale-Nucleo di Bologna, il “Compendium” di Pietro Andrea Mattioli era stato individuato nel catalogo di vendita di una nota libreria antiquaria italiana. Il libro risultava presente negli inventari del 1967 e microfilmato nel 1976 ma a partire dal 1983 risultava mancante.
L’esemplare è stato identificato con certezza come uno dei volumi della biblioteca privata del medico ravennate Massimiano Zavona (1579-1652) grazie alla sua tipica nota di possesso consistente in una “Z”, sopravvissuta sul frontespizio della copia classense, e la cui biblioteca confluì, nell’Ottocento, in biblioteca Classense.
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La sottrazione di questo libro dal patrimonio della biblioteca ha comportato alcune manomissioni, come la rimozione del timbro di appartenenza e della segnatura di collocazione, oltre alla sostituzione della carta di guardia iniziale.
All’interno del volume sono conservati alcuni esemplari di piante essiccate in corrispondenza della relativa descrizione tassonomica.