“Beaches Brew” a Marina di Ravenna. Tutte le sorprese del noto ‘boutique festival’

L’appuntamento è dal 4 al 6 giugno, sulla spiaggia dell’Hana-Bi, con 18 artisti provenienti da 11 Paesi diversi. Tutta da scoprire l’incredibile storia del maestro pachistano Ustad Noor Bakhsh, diventato una celebrità a 78 anni

Marina di Ravenna si conferma capitale della sperimentazione e della ricerca di suoni da tutto il mondo, con l’undicesima edizione del “Beaches Brew”, festival che propone dal 4 al 6 giugno un vero e proprio caleidoscopio di 18 artisti provenienti da 11 Paesi diversi: Niger, Pakistan, Cuba, Kenya, Stati uniti, Canada, Svizzera, Ghana, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, oltre ovviamente all’Italia. L’appuntamento è, come di consueto, sulla spiaggia di fronte al mare e sotto la tettoia dell’Hana-Bi.

«Il nostro è un ormai a tutti gli effetti un ‘boutique festival’ che si è affermato negli anni – racconta Christopher Angiolini, ideatore e direttore artistico –. In sinergia con il team di Bronson Produzioni, lo staff di curatori diviso tra Olanda e Stati Uniti ha sempre portato avanti un lavoro di scouting di artisti emergenti, nuove tendenze e strade originali in grado di unire tradizione e modernità. Se molti dei nomi che proponiamo possono sembrare non conosciuti ai non addetti ai lavori, nel tempo molti di loro sono poi diventati fenomeni globali». Sul suo palco si sono esibiti, spesso per la prima volta in Italia, King Gizzard, Courtney Burnett, Big Thief, Khruangbin, Comet is Coming, Neutral Milk Hotel, Ty Segall, The War on Drugs e Elijah Wood.

Quest’anno ogni serata, con inizio alle 19.30, avrà una declinazione sonora diversa, un ‘vibe’ ossia una vibrazione, come va di moda ora dire, da scoprire. Martedì 4 giugno sarà all’insegna del blues, del suono delle chitarre nordafricane che si incontrano con arrangiamenti europei; mercoledì 5 invece, le sonorità sono più occidentali e post funk mentre giovedì 6 spazio all’hip hop e all’elettronica.

Gli artisti da scoprire

Tra gli ospiti più attesi c’è certamente il maestro pachistano Ustad Noor Bakhsh che è diventato una celebrità alla veneranda età di 78 anni. La sua è una storia che ha dell’incredibile, raccontata da “The Guardian”: ha sempre suonato il Benju, una cetra a tasti tipica del Belucistan, quasi in solitudine, finché un antropologo lo ha scovato e valorizzato. Con i soldi guadagnati con la pubblicazione del suo primo disco ‘Jungul’ con la britannica Hive Mind Records, si è comprato un serbatoio d’acqua per costruirsi un bagno e una cucina nella sua casa in Pakistan.

Gli altri artisti da scoprire? Gli Special Interest cresciuti nei centri sociali di New Orleans in Louisiana. Al loro suono glam ‘No Wave’ farà da controcanto il rock blues contaminato con i ritmi della musica blues africana dei nigeriani Etran De L’Aïr. Da scoprire anche il punk tagliente delle inglesi Lambrini Girls, la ghettotech di Detroit HiTech, il sorprendente quartetto inglese University, la trascinante New Wave Disco del collettivo Baby’s Berserk, il pop esplosivo del kenyano Kabeaushé, l’elettronica beat di IchBinBob, l’electro-dance incendiaria di R.Y.F., la selector cubana Cami Layé Okùn, Cemento Atlantico e Dj Fitz per coinvolgenti dj set.

Ci sarà spazio anche per Nyege Nyege, collettivo fondato undici anni fa in Uganda per sostenere la musica di artisti africani che presenterà la producer beat hip hop Aunty Rayzor e l’artista poliedrica che debutta con l’album “Cociage”. Il programma musicale sarà arricchito da un momento di approfondimento e di networking dedicato alle tematiche che animano il mondo della musica internazionale: “Against the Stream: come le piattaforme di streaming musicale hanno cambiato l’industria musicale”. Ingresso libero e gratuito a tutti gli eventi.

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