Auto storiche e collezionisti appassionati creano “Un museo in movimento” per la Romagna

Si è concluso ieri sera l’appuntamento con “Ruote nella Storia“, format ideato e promosso da ACI Storico e Automobile Club d’Italia, con l’ACI Storico Festival “Terre di Romagna” che riunisce gli appassionati di vetture d’epoca nella seconda giornata dedicata all’evento delle auto storiche. 

Un museo in movimento

Centinaia di vetture storiche hanno partecipato alla manifestazione organizzata dall’Automobile Club di Ravenna, presieduto da Gian Carlo Minardi. L’iniziativa collocata nell’8° HISTORIC MINARDI DAY che ha ripercorso 36 mondiali di Formula 1 con vetture da sogno ha saputo coinvolgere non solo l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, ma anche borghi e strade del territorio ravennate che domenica sono stati animati da questi modelli di grande pregio storico, realizzando un vero museo in movimento, applaudito da un gran numero di spettatori lungo le vie. Un prodotto turistico in cui il paesaggio romagnolo ha fatto da scenografia all’on the road dei modelli di autovetture storiche. 

La vera ricchezza che anima questa manifestazione è la passione per le auto storiche per il design e per la bellezza del paesaggio. Tra i partecipanti molti collezionisti non necessariamente facoltosi, animati da passione per questi motori che raccontano meravigliosamente la storia. 

La passione per le autostoriche

Modelli che risalgono dagli anni 40 agli anni 90, epoca in cui la parte elettrica quasi non esisteva e in cui la manualità fa da padrona. 

Senza i collezionisti questi pezzi sarebbero solo lamiera da macero. la passione e la dedizione nella preservazione, hanno reso possibile di poter ammirare ancora oggi queste meraviglie. L’iniziativa ha permesso di far capire l’evoluzione non solo di forme di design e ingegneria meccanica ma anche e soprattutto il buon gusto e il concetto di bellezza delle precedenti generazioni: forme, colori e modelli che ancora ispirano le tendenze di oggi. 

«Il punto di forza di questa ottava edizione è rappresentato dal numero dei 17000 partecipanti – ha confermato Giancarlo Minardi – amici e giovani che sono venuti qui. Siamo molto soddisfatti che si sta consolidando la mia idea e quella di mio fratello di far tornare in forza il mondo automobilistico facendo rivivere il passato. Ogni anno cresciamo e questo ci fa procedere!» 

«La volontà nostra è di coinvolgere i giovani avvicinandoli ai motori, – continua Minardi – ai meccanici, portandoli ai retro box ai paddock: mondi inavvicinabili che diventano fruibili. Fargli vivere queste emozioni sentire questi rumori che fanno vibrare. Siamo partiti con tanti ex piloti che ci hanno aiutato a coinvolgere e abbiamo creato la spettacolarità».

La manifestazione ha notevolmente raccolto l’interesse dei giovani ottenuta grazie alla simbiosi con le auto storiche. Occasione perfetta per per far conoscere alle nuove generazioni i modelli e la storia dell’automobilismo, in particolare modo quello italiano. 

Non solo bellezza ma anche collaborazioni per l’impegno civile

La manifestazione ha visto l’intervento istituzionale e la partecipazione privata del vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani che a bordo della sua Lancia Flavia coupé del 64, ha sottolineato l’importanza e il ruolo strategico di Aci: «Una sinergia con le istituzioni locali che non è finalizzata solo a questo tipo di eventi ma un lavoro che ci vede impegnati per contrastare il grave fenomeno degli incidenti stradali. (ha dichiarato il vice sindaco di Ravenna). Ricordiamo che I dati rilevano in maniera importante che Ravenna è tra i primi della lista per incidenti sulle strade».

Per Fusignani l’occasione è stata sfruttata per confrontarsi con Minardi sulle nuove iniziative che abbracciano sicurezza, cultura dell’automobile e formazione verso corretti stili di guida. Attualmente la pubblica amministrazione, Aci e forze dell’ordine sono impegnate in rete in moltissimi progetti che partono dalle scuole e mirano ad una divulgazione di regole e condotte, ma in particolare modo evidenziano il valore della vita. 

«Continuiamo in questa battaglia – ha concluso Minardi – che oggi più che mai vede come pericolo numero uno il cellulare e al secondo posto l’abuso di alcool»

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