Aumentano gli infortuni sul lavoro in Romagna. Cisl: «Ravenna la provincia più preoccupante»

Nel primo semestre del 2024, le province romagnole dell’Emilia-Romagna hanno visto un incremento allarmante degli infortuni sul lavoro, un trend che merita attenzione e riflessione. I dati più recenti diffusi dall’INAIL, rivelano un quadro preoccupante per Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con aumenti significativi rispetto alla media regionale e un preoccupante incremento degli incidenti mortali.

I dati sugli infortuni sul lavoro

Nel periodo gennaio-giugno 2024, l’Emilia-Romagna ha registrato un totale di 38.466 infortuni sul lavoro con un lieve calo del 0,31% dello stesso periodo del 2023, mentre gli incidenti mortali hanno avuto un incremento del 38% da 34 a 47. Tuttavia, il quadro si fa particolarmente critico nelle province romagnole.

Ravenna risulta la provincia più preoccupante con un notevole aumento del 6,43% nel numero di infortuni, passati da 3.297 a 3.509. Nonostante il numero degli incidenti mortali sia rimasto stabile a 3, l’aumento degli infortuni segnala una tendenza allarmante che non può essere ignorata.

Forlì-Cesena ha registrato 3.410 infortuni denunciati, con un incremento dell’1,40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli incidenti mortali sono aumentati da 3 a 4. Sebbene questo incremento sia il più contenuto tra le tre province romagnole, rappresenta comunque un motivo di preoccupazione.

Anche Rimini ha evidenziato un notevole incremento: gli infortuni sono cresciuti del 4,07%, passando da 2.407 a 2.505. Ancora più grave, il numero degli incidenti mortali è salito da 2 a 5, un incremento che rappresenta un aumento inaccettabile rispetto alla media regionale.

Il commento di Marinelli, segretario generale Cisl Romagna

«I recenti dati evidenziano un chiaro bisogno di migliorare le pratiche di sicurezza sul lavoro nelle province romagnole – commenta il segretario generale della Cisl Romagna Francesco Marinelli -. L’aumento degli infortuni e dei casi mortali non può essere visto come un problema isolato, ma come una sfida sistemica che richiede un impegno collettivo».

«Uno degli aspetti su cui puntare è la formazione continua dei lavoratori e l’addestramento specifico. Non possiamo permetterci di sottovalutare l’importanza di un’adeguata preparazione. La formazione non deve essere vista come un obbligo burocratico, ma come un vero e proprio investimento nella prevenzione. I lavoratori devono essere costantemente aggiornati sulle procedure di sicurezza e sulle tecniche di gestione dei rischi, in modo da poter affrontare ogni situazione con competenza e consapevolezza.

«Le aziende hanno un ruolo di primaria importanza nella prevenzione degli infortuni sul lavoro. Investire in formazione, fornire attrezzature di sicurezza adeguate e promuovere una cultura della prevenzione sono azioni indispensabili per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre. La valutazione dei rischi, la manutenzione regolare delle attrezzature e l’organizzazione del lavoro in modo da minimizzare l’esposizione ai pericoli sono altrettanto cruciali».

«Dopo 2 anni di attesa con una nota del 13 maggio 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la bozza del nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza di cui attendiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questo documento, frutto di lunghe e complesse trattative, rappresenta una conquista fondamentale per tutti i lavoratori. Come sindacato, continueremo a vigilare affinché questo accordo venga rispettato e a lavorare per un costante miglioramento delle condizioni di lavoro e della sicurezza nei luoghi di produzione».

«È essenziale dare continuità e impulso ai tavoli provinciali istituiti nell’ambito dell’accordo “tutela della salute e sicurezza“, previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto a livello regionale nel 2022, assicurando che il loro operato vada oltre la semplice fase di monitoraggio. Le proposte e le buone pratiche discusse devono essere tradotte in azioni concrete e tempestive, così da rafforzare la cultura della prevenzione e migliorare effettivamente la sicurezza nei luoghi di lavoro».

«È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la sicurezza dei lavoratori. Le aziende devono sentirsi responsabili della salute e dell’incolumità dei propri dipendenti, e le istituzioni devono fornire gli strumenti e i controlli necessari per garantire il rispetto delle norme. Solo attraverso un’azione coordinata e decisa, che comprenda formazione, addestramento,  potenziamento del contingente degli organi di vigilanza e incrocio delle banche dati, potremo sperare di ridurre l’incidenza degli infortuni e garantire ambienti di lavoro più sicuri per tutti – conclude il segretario cislino -. È il momento di agire con determinazione e responsabilità per prevenire ulteriori tragedie e proteggere la vita dei lavoratori».

Leggi anche: Infortunio sul lavoro ai cantieri Rosetti. Operaio Secom rimasto ferito ad una gamba

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