“Il richiamo di Ravenna” di Eraldo Baldini e Dante Bolognesi

Ravenna è stata sempre meta di visita per la sua bellezza, per la sua storia. “Il richiamo di Ravenna” è una raccolta organica di testi tradotti in italiano di resoconti di viaggio dei viaggiatori, spesso illustri, nel periodo che va dal 1800 all’industrializzazione, ovvero circa il 1960. Il lettore potrà cogliere nel profondo le trasformazioni di Ravenna. Ogni autore ha descritto a suo modo la città cercando di carpirne la vera essenza.

Gli autori Eraldo Baldini e Dante Bolognesi hanno fatto un eccellente e minuzioso lavoro di ricerca, selezionando testi e, ovviamente, inserendo le parti più incisive di ciascuno. Troverete le testimonianze di Oscar Wilde, Carl Gustav Jung, George Gordon Byron, Marguerite Yourcenar, solo per citarne alcuni.

«Difficile è stato scegliere cosa proporvi, ho scelto due estratti diversissimi tra loro, uno descrittivo e pieno di luce e l’altro sul lato che non si vede di Ravenna, ma che si può solo sentire e percepire passeggiando tra le vie di questa piccola città eterna».

«Che meravigliosa giornata! Teodorico e la sua oscura maestosità, i mosaici di secoli andati, basiliche che raccontano del primo grande predominio del mondo da parte della Cristianità, campanili di semplici mattoni ma impareggiabili nella loro spoglia armonia, la tomba e la presenza di Dante, i campi con le donne che raccolgono il fieno, i canali stagnanti e i verdi campi di riso con file di pioppi e soprattutto la meravigliosa pineta a perdita d’occhio che porta il ricordo dei lenti passi di Dante con il capo chino e meditabondo, e dell’entusiasmo di Byron!»

Edward Howard Griggs

«[…] l’essenza di Ravenna è la morte […] Lord Byron che morì dopo aver lasciato la città […] L’Impero romano qui agonizzò e qui morì. L’ultimo condottiero romano che tentò di scongiurare queta agonia fu Ezio. Ezio fu assassinato. Altrettanto successe a Odoacre che aveva destituito l’ultimo imperatore romano. Perfino un popolo che giunse a Ravenna nel pieno del suo vigore come il popolo goto, qui si estinse. E un regno concepito come messianico ardimento, come fu quello di Teodorico, qui dovette fallire. Lo stesso Teodorico vi morì e, secondo la leggenda, avvelenato da un pesce. Dante venne a morirvi; e lo stesso Garibaldi, quando passò una notte nella sua pineta, era segnato dalla morte di Anita. Dalla morte Ravenna ha ricevuto la sua essenzialità. Dalla morte le viene oggi il suo impulso vitale…»

Marianne Langewiesche

Giulia Reina

Giulia Reina è curatrice editoriale. È convinta che non sia necessario essere uno scrittore per essere autore di un bellissimo libro, ma avere nel cuore un messaggio da esprimere. Aiuta le persone che si rivolgono a lei a esprimerlo attraverso un libro, aiutandole a trovare le parole, le immagini, i documenti, accompagnandole fino alla stampa. Ha da poco realizzato il suo “sogno nel cassetto” ovvero curare una collana dedicata alle autobiografie. Per La Rilegatrice, marchio editoriale della casa editrice White Line di Faenza, cura due collane di significative storie di vita vera, valori, insegnamenti: Taccuini autobiografici, e Taccuini d’artista (dedicata a tutti coloro che creano per professione). Con esse vuole creare una grande famiglia di autori che desiderano condividere le loro esperienze di vita.

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