Sabato 19 marzo, alle 18, nella
Sala del Mosaico della Biblioteca Classense verrà presentato
Siderale-equinozio di primavera, lavoro pittorico di
Massimo Pulini che sarà in dialogo fino al 7 giugno con il prezioso elemento musivo pavimentale del VI secolo d.C. ospitato nella sala stessa.Dopo gli ultimi interventi artistici realizzati da Piero Pizzi Cannella, Nicola Verlato, Nicola Samorì e Alessandro Pessoli, il ciclo
Ascoltare Bellezza ospita, così, un altro interessante pittore contemporaneo, protagonista di questo nuovo
omaggio alla città ravennate.Massimo Pulini presenta alla
Classense una serie di dipinti che narrano del
tempo e dello spazio, della materia e dello spirito, della prossimità e della lontananza, del senso e del sentimento. Partendo da alcuni orologi da tavolo, istoriati con figure del mito, prodotti in Italia e in Francia tra Settecento e Ottocento, il pittore conduce un ampio racconto che mette a confronto il ritratto di quegli oggetti temporali con la spazialità siderale.L’iniziativa è promossa da
assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna;
Istituzione Biblioteca Classense;
Mar – Museo d’arte della città di Ravenna.
L’artistaMassimo Pulini (Cesena 1958), pittore, scrittore e storico dell’arte, è titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Da più di tre decenni svolge un’intensa attività artistica, che lo ha portato ad allestire mostre personali in importanti musei italiani ed europei. Le più ampie monografiche sono state realizzate al Museo di Villa Adriana a Tivoli (1997), alle Saline Royale di Besançon (1997), alla Galleria Nazionale di Parma (1999) e all’Istituto italiano di Cultura di Londra (2004). Con una propria quadreria è stato presente alla rassegna “Novecento italiano” tenutasi presso le Scuderie del Quirinale, a cura di Maurizio Calvesi.
La Sala del MosaicoNella grande sala al primo piano del complesso Classense si conserva il mosaico pavimentale qui collocato alla fine dell’Ottocento, quando questo spazio faceva parte della Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti, allora situata in via Baccarini. Il mosaico si compone di tre pannelli con decorazioni differenti e fu rinvenuto nel 1875 nell’area di Classe, nelle vicinanze dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe. L’ipotesi più probabile, allo stato attuale degli studi, assegna il pavimento alla Basilica Beati Probi, grandioso edificio religioso dedicato ad uno dei primi vescovi di Ravenna. Dopo il ritrovamento, i mosaici vennero composti in questo ambiente tra il 1889 e il 1890 sotto la direzione di Gaetano Savini (1850-1917), pittore, decoratore e docente dell’Accademia di Belle Arti. Nel corso del Novecento porzioni del pavimento furono restaurate e parzialmente ricomposte. Il mosaico, che la critica attribuisce a maestri di origine orientale, è considerato il più elegante mosaico pavimentale ritrovato in area ravennate.