“Ascolta oltre l’oceano” di Stefano Bon

“Il destino mica lo freghi”: ecco una frase adatta a descrivere, senza dubbio di smentita, il nuovo romanzo di Stefano Bon: “Ascolta oltre l’oceano” (Clown Bianco). Per quanto ci si possa provare, alla fine col destino si devono fare i conti.

A misurarsi con le trame del fato è Giovanni, il protagonista della storia, scampato a una terribile tragedia che ha colpito il suo ufficio: un giovane dipendente licenziato che decide di vendicarsi. È proprio da qui che il romanzo ha inizio:

Il ragazzo sorrise e all’uomo parve un fatto strano; non ricordava una sola sua espressione felice. Era bizzarro anche il fatto che fosse tornato, visto cos’era successo. Stava per chiederne la ragione quando il ragazzo sollevò il braccio e gli sparò.

Stefano Bon, “Ascolta oltre l’oceano”

Un incipit d’effetto che incolla immediatamente il lettore alle pagine spingendolo a seguire il piano sequenza che lo condurrà passo passo attraverso l’omicidio a sangue freddo, commesso dal collega licenziato, di tutti i dipendenti e il successivo suicidio, il tutto raccontato con una freddezza disarmante. A sopravvivere sarà solo Alessandra, allontanatasi per una telefonata, amante di Giovanni e uno dei motivi per cui il protagonista è scampato alla mattanza.

Un salto temporale riporta a prima di quel maledetto weekend; è un normale venerdì di lavoro, incrinato unicamente dal licenziamento del giovane omicida. La fortuna di Giovanni è stata la richiesta di ferie presentata quel giorno. L’uomo infatti, alle prese con una difficile scelta sentimentale, decide di trascorrere una settimana lontano da tutto e tutti, su un isolotto in mezzo all’oceano dove non c’è nemmeno la corrente elettrica, in compagnia di libri e musica. 

Il ritorno alla realtà è un trauma intollerabile. Giovanni cerca di reagire, e per un breve lasso di tempo riuscirà a ritrovare un barlume di serenità, ma nuove rotture nella sua esistenza lo spingeranno a dire basta dando il via al suo peregrinare alla ricerca del suo posto nel mondo. 

Guardò la distesa d’acqua un’ultima volta, poi girò le spalle a quella visione e alla sua vecchia vita per sempre.

Stefano Bon, “Ascolta oltre l’oceano”

Una fuga dal passato o una fuga da se stesso?

Un romanzo che non è una fuga da un luogo, ma da un momento specifico del passato che continuerà a tormentarlo, anche dopo decine di anni. In questo percorso scoprirà molto di lui, delle sue sofferenze e desideri passati, scoprirà segreti nascosti, imparerà a conoscere il bello e il brutto del mondo che lo circonda e il bello e brutto di sé stesso, superando anche i limiti del tollerabile, arrivando al punto di aver paura delle sue azioni. L’essere umano ha molte facce e alcune di queste fanno paura. Anche la persona più mite del mondo può nascondere in sé un mostro terribile.

Avvertenza per il lettore non avvezzo alle storie violente: la ferocia, il dolore e la crudeltà sono elementi molto presenti all’interno del libro, non solo per la carneficina delle prime pagine del testo. Nel suo viaggio alla ricerca di se stesso, o sarebbe meglio dire: ‘durante la fuga da se stesso’, Giovanni userà violenza in modi inaccettabili, una ferocia narrata con una freddezza magistrale dall’autore. Una perfidia che colpisce con violenza il lettore, tanto da creare un forte disagio, una sensazione viva, quasi reale, come solo un bravo scrittore è capace di fare.

Lo stile di Bon è fluido e leggero ma allo stesso tempo profondo e riflessivo; cerca di esplorare i timori profondi dell’uomo, di carpire gli abissi dell’esistenza umana. Abissi da cui è possibile risollevarsi, o da cui si può provare a fuggire per ricominciare, senza tuttavia mai dimenticare che “Il destino mica lo freghi”

Cresciuta a pane e libri porto il mio amore per la lettura su carta. Parlo di opere letterarie da scoprire e di cultura in ogni sua forma. Riduco a 10 ogni vostra domanda o curiosità. Per Più notizie mi occupo delle rubriche letterarie e delle bellezze del territorio.

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