Mercoledì 4 dicembre 2024 dalle ore 16.00 alle ore 18.00 presso la Sala Martini del Museo d’Arte – MAR della città di Ravenna vengono presentate le nuove acquisizioni.
«Continua l’investimento del MAR – come afferma il Vice Sindaco del Comune di Ravenna con deleghe alla Cultura e al Mosaico Fabio Sbaraglia – sulle proprie collezioni permanenti e, a poco più di un anno dal riallestimento degli spazi dedicati al mosaico moderno e contemporaneo, si amplia il patrimonio musivo disponibile e fruibile connotando in maniera ancora più forte l’identità del museo in questa direzione. Ancora una volta il MAR si dimostra attento alle declinazioni più varie e contemporanee del mosaico aprendosi alla sperimentalità di artisti emergenti ma anche consolidando la presenza di alcuni dei profili più significativi del panorama internazionale.»
Per ampliare la narrazione sul mosaico attraverso molteplici linguaggi entrano a far parte della Collezione di Mosaici Contemporanei attraverso il bando emanato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, PAC – Piano per l’Arte Contemporanea, Untitled Heptagon 11 di Monir Shahroudy Farmanfarmaian, e Brothers di Adrian Paci.
L’occasione dell’acquisizione è il progetto Contemporaneamente Est-Ovest, a cura di Daniele Torcellini, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico PAC 2022-2023, finanziato per un importo di 144.000,00 Euro, e finalizzato all’acquisizione, alla produzione e alla valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano.
Il progetto Contemporaneamente Est-Ovest propone l’acquisizione di mosaici che esplorino le relazioni tra oriente e occidente, dal punto di vista artistico, ma anche culturale, sociale e geopolitico. Le opere di Monir Shahroudy Farmanfarmaian e di Adrian Paci sono conservate in alcune delle più importati istituzioni culturali del mondo, tra le quali: Guggenheim Museum, Abu Dhabi; Louis Vuitton Foundation, Paris; Museum of Contemporary Art, Tokyo; Hirschhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC; Metropolitan Museum of Art e Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Tate Modern e Victoria and Albert Museum, Londra, per Monir Shahroudy Farmanfarmaian. MoMA e Metropolitan Museum of Art, New York; Museum of Contemporary Art, Miami; Centre Georges Pompidou e Fond National Art Contemporain, Parigi; Kunsthaus Zurich; Moderna Museet, Stoccolma; The Israel Museum, Gerusalemme; Maxxi, Roma, per Adrian Paci.
Untitled Heptagon 11 di Monir Shahroudy Farmanfarmaian è un lavoro del 2016, proveniente dalla galleria James Cohan di New York, e parte di una serie in cui l’artista iraniana esplora la simbologia mistica e sacra delle forme poligonali primarie, ancorate alla simbologia islamica e sufi, attraverso la tecnica del mosaico a specchi e una regolare e articolata scansione geometrica, derivata dai motivi decorativi tradizionali della sua cultura di origine. Serialità, modularità e organizzazione diagrammatica interconnettono i riferimenti medio-orientali alle pratiche artistiche dell’astrazione del secondo Novecento.
Brothers di Adrian Paci è un’opera del 2010, proveniente dalla galleria Kaufmann Repetto con sede a Milano e a New York, traduzione a mosaico di una scena di telegiornale: due bambini in un campo profughi, distratti da un evento che a noi non è dato conoscere. Un fenomeno, quello dell’abbandono del proprio paese d’origine, con il quale ci confrontiamo troppo frequentemente nei suoi esiti più drammatici, è trasfigurato ed evidenziato nella materia vivida del mosaico. L’immagine, dissezionata e minuziosamente ricomposta, ci mette nella condizione simbolica di discernere con chiarezza ciò che stiamo guardando solamente allontanandoci.
Entrano a far parte della Collezione di Mosaici Contemporanei anche le opere vincitrici della sesta edizione del Premio GAeM – Giovani Artisti e Mosaico una delle mostre di punta dell’VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo del 2023. Hybrid VII (memoria) di Michela Tabaton-Osbourne per il premio Orsoni Venezia 1888 e, a ex aequo, Cuprum di Aleksandra Miteva e Tappeto per ospiti indesideratidi Irene Cesaro per il premio Nicola Cingoli saranno posizionate nel corridoio del quadriportico del piano terra.
Il GAeM nasce con l’obiettivo di promuovere, sostenere ed esplorare l’approccio al mosaico delle generazioni più giovani, sia nelle sue forme più identitarie, sia in quelle più sperimentali ed eccentriche; per questo prevede il conferimento di due premi distinti: un premio dedicato a opere realizzate con materiali e tecniche tradizionali in collaborazione con la storica fornace di produzione di smalti musivi, Orsoni Venezia 1888 e un premio dedicato a opere realizzate con materiali e tecniche non convenzionali in collaborazione con la Fondazione Nicola Cingoli.
In questa giornata dedicata all’arte contemporanea viene presentato anche il catalogo della mostra Porta Futurista del collettivo anonimo originario dell’Ucraina Pomme de Boue. L’esposizione, presentata dall’Associazione MARTE in occasione dell’ultima Biennale di Mosaico Contemporaneo di Ravenna in collaborazione con il Molino Spadoni e con il MAR, era allestita negli spazi del suggestivo Molino Lovatelli e curata da Eleonora Savorelli.
Il collettivo Pomme de Boue nasce sperimentando street art nel tessuto urbano di Kiev, convivendo con i numerosi mosaici risalenti all’epoca sovietica e i graffiti più contemporanei. Il gruppo approfondisce la ricerca del mosaico anche attraverso lo studio delle avanguardie del primo Novecento e il brutalismo degli anni ‘50. Le opere si caratterizzano per una “nostalgia della terza dimensione”: nella ricerca di Pomme de Boue è estremamente presente la volontà di superare la bidimensionalità del supporto, evitando geometrie rigide, creando contrapposizioni di forme e colori dalle estetiche spontanee e sorprendenti.
Le composizioni di Pomme de Boue sfruttano esclusivamente linee diagonali, spazi dinamici che si fondono con l’ambiente circostante. Ogni lavoro è concepito per un luogo specifico, studiandone le texture e i colori, che cambiano in base alla luce naturale. L’opera Porta Futurista del collettivo, che dava il titolo alla mostra ravennate, entra a far parte della Collezione di Mosaici Contemporanei del MAR.
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