Sono passati più di 10 mesi dal tragico giorno i cui una donna, Giulia Lavatura, lo scorso 8 gennaio, ha deciso di lanciarsi dal nono piano del palazzo in cui viveva insieme alla sua piccola di 6 anni e al suo cane. Oggi, la 41enne, sopravvissuta alla caduta, è stata dichiarata «incapace di intendere e volere, ma socialmente pericolosa»
La donna è accusata di omicidio volontario aggravato e si trova agli arresti domiciliari alla clinica Villa Azzurra di Riolo Terme, dove è stata visitata dagli esperti incaricati di analizzare le sue facoltà mentali. Il verdetto dopo la perizia psichiatrica è giunto ieri, 12 ottobre.
Le indagini di questi mesi hanno coinvolto parenti e specialisti che avevano in cura la donna prima del terribile evento. successivamente sono iniziate anche le visite presso la casa di cura per capire se la donna fosse capace di intendere e di volere. Verdetto che sembra unanime ma che prende in considerazione un problema rilevante: la pericolosità sociale, su cui si esprimeranno le autorità per valutare la struttura più idonea per seguire la 41enne.
Giulia si era alzata presto la mattina dell’8 gennaio, il marito ancora dormiva, dopo aver pubblicato un lungo post su Facebook in cui esprimeva tutta la sua frustrazione e dolore nei confronti delle sue difficoltà e della sua famiglia, ha preso con se la figlia e il cane e uscendo dalla finestra sull’impalcatura che circondava il palazzo, si è lanciata nel vuoto. Il destino ha salvato lei per mezzo della protezione dell’ingresso del palazzo, mentre non c’è stato nulla da fare per la piccola Wendy e il cagnolino che hanno perso la vita nell’impatto con il terreno. Un terribile giorno che ha colpito al cuore tutta la comunità.
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