Categories: Cronaca

Antonio Buzzi di Cotignola, è il nuovo presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna che associa 460 cooperative sociali

Hanno salvaguardato e aumentato i posti di lavoro e il fatturato, continuando a garantire i servizi essenziali di welfare anche nei momenti più difficili della pandemia. Tutto questo però a scapito degli utili di impresa, pressoché azzerati soprattutto a seguito del Covid e dell’aumento dei costi, a partire da quelli energetici. Per questo ora chiedono con ancora più forza alle Istituzioni di tutti i livelli un sostegno concreto affinché sia valorizzato il lavoro sociale, al quale occorre restituire dignità anche in termini di riconoscimento economico.È questo il messaggio forte lanciato dall’assemblea regionale di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna dal titolo Su la testa! Le cooperative sociali includono tenutasi questa mattina al Sydney Hotel di Bologna e che si è conclusa con l’elezione di Antonio Buzzi a nuovo presidente della Federazione regionale.

L’evento si è svolto con la partecipazione straordinaria di oltre 140 delegati in rappresentanza delle 460 cooperative sociali aderenti alla Federazione regionale, che occupano 29.917 persone (74% a tempo indeterminato, per il 66% donne e con quasi 11.000 lavoratori svantaggiati), con 23.947 soci (rappresentano il 55% dei lavoratori) e un volume d’affari sviluppato di 1 miliardo e 67 milioni di euro. È intervenuta anche la vicepresidente di Regione Emilia-Romagna con delega alle Politiche sociali, Elly Schlein. Presenti, tra gli altri, anche il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e il presidente nazionale di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata, oltre ai rappresentanti delle altre centrali cooperative e del Forum Terzo Settore dell’Emilia-Romagna.Il neo-eletto ha dichiarato: «La cooperazione sociale gestisce il 70% dei servizi alla persona dell’Emilia-Romagna, rappresentando così un asset fondamentale e imprescindibile del welfare di questa regione. Ci aspettano grandi sfide a partire dal rinnovo dell’accreditamento socio-sanitario delle nostre strutture\servizi dal quale dipende più della metà del fatturato delle nostre cooperative sociali; questo rinnovo deve tenere conto degli aumenti di costi a cui stiamo facendo fronte e della necessità di dare un adeguato riconoscimento al lavoro sociale – e a proposito di lavoro, Buzzi ha sottolineato l’importanza di – sostenere le cooperative sociali di tipo B impegnate nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, che devono poter contare su contratti adeguati alla loro tipologia di imprese che fanno inclusione sociale e non possono essere trattate come le aziendeprofit che lavorano solo con personale normo-dotato. Infine – ha concluso Buzzi – Le nostre cooperative sociali devono farsi trovare pronte a intercettare risorse presentando progetti di innovazione, digitalizzazione e investimenti tecnologici che possano portare a nuovi servizi capaci di rispondere ai tanti nuovi bisogni delle comunità»

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