Antenna della discordia. «Non molliamo, il parco Montessori è dei cittadini»

Oggi si è aggiunto un altro capitolo nella vicenda dell’antenna della discordia, installata a fine luglio nel Parco Montessori, a Ravenna. La seduta-fiume in consiglio comunale è iniziata con la presentazione da parte di Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna città forese e lidi, della mozione “Ripetitori di telefonia mobile di via Lanzoni si revochi la concessione in via di autotutela e si individui una diversa area da concedere a Wind3”, e della mozione “Antenna Wind3 estranea al parco Montessori.

Le ragioni per revocare la concessione” a cura di Alvaro Ancisi, capogruppo Lista per Ravenna – Polo civico popolare. Dopo più di quattro ore di discussione, entrambe sono state bocciate con 21 voti contrari, quelli della maggioranza, a fronte di soli 7 favorevoli, quelli dell’opposizione (Ancisi, Donati, Ercolani, Esposito, Ferrero, Rolando, Verlicchi). Bocciato anche l’ordine del giorno di Ancisi, in cui il consigliere chiedeva di verificare se per la piattaforma è stato rispettato il limite massimo di profondità autorizzato per la zona in oggetto che è tra le aree con sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica. Approvato invece con 23 voti favorevoli (e 6 contrari) l’ordine del giorno presentato da Chiara Francesconi, capogruppo misto.

L’atto di indirizzo votato dal consiglio comunale

A nome della maggioranza, la consigliera Francesconi ha proposto un atto di indirizzo, ossia un atto politico e non tecnico, che contiene alcune specifiche emerse nel corso della commissione di martedì scorso. «La provincia di Ravenna ha 232 antenne, di cui 139 nel comune di Ravenna – spiega Francesconi -. Se in passato non abbiamo mai chiesto un atto di indirizzo è perché non c’erano mai stati problemi prima, favoriti anche dai recenti cambi legislativi. Si tratta del prodotto della poca lungimiranza della politica ma, per amor di verità, sappiate che al massimo l’antenna potrà essere spostata nel parcheggio vicino». Un punto su cui è tornato anche il sindaco Michele de Pascale nel suo intervento.

«Capisco la rabbia dei cittadini – afferma -, verso una legge che è molto propensa a difendere gli interessi delle grandi compagnie telefoniche, ma il consiglio comunale può solo dare indirizzi. I nostri dirigenti purtroppo non hanno fatto altro che applicare le leggi in modo corretto. Si può valutare se spostare l’antenna di 100 metri e rinunciare a sei posti auto nel parcheggio adiacente, e personalmente sono anche d’accordo, ma di più non possiamo fare. A chi mi ha chiesto in questi giorni se il Comune poteva opporsi all’installazione di questa antenna, rispondo chiaramente che non era possibile. In un momento come questo, non ho bisogno di creare altre persone arrabbiate»

Il commento a caldo di Francesca Siboni, prima firmataria della petizione

«Oggi si è confermata la modalità della maggioranza di arroccarsi dietro posizioni difensive – afferma Francesca Siboni, prima firmataria della petizione, in uscita da Palazzo Merlato –. Nulla di nuovo rispetto a quanto era già emerso l’1 agosto nel corso della commissione consiliare a cui abbiamo partecipato. In quell’occasione, gli esponenti di maggioranza hanno lasciato parlare a lungo i tecnici che ci hanno esposto le loro analisi.

Ma in sostanza non hanno risposto alla nostra semplice domanda: per quale motivo avete dato a Wind3 il parco Montessori? Non erano obbligati, potevano tranquillamente concedere altri spazi senza sacrificare del verde in un momento storico e sociale come questo in cui un parco è particolarmente utile per tutti. Alla fine ne siamo usciti scontenti. E lo stesso è accaduto oggi». Anzi, come evidenziato da Siboni, il motivo di insoddisfazione è stato oggi ancora maggiore. «Se martedì scorso – racconta – la consigliera Cinzia Valbonesi che fa parte della maggioranza aveva aperto uno spiraglio, dicendo che il Comune era stato ‘pavido’, oggi è come se si fosse fatto dietrofront. E, alla fine, è venuto fuori questa mozione di Chiara Francesconi che francamente non centra nulla con quanto da noi richiesto».

La battaglia in difesa del parco Montessori continuerà

Il comitato in difesa del parco Montessori ritiene di non aver avuto risposte chiare alle domande poste all’amministrazione comunale. «Il sindaco Michele de Pascale nel suo intervento – racconta Siboni – in sostanza ci ha detto di essere stato obbligato dal gigante della telefonia. Allora cosa dobbiamo aspettarsi? Che ogni parco di Ravenna venga deturpato da un’antenna? Dalle nostre indagini, effettuate anche per mezzo di legali, non ci risulta propria. 

Non c’era nessun obbligo. Il sindaco avrebbe potuto aprire un dialogo e un confronto con noi cittadini e con Wind3, su quale area concedere. Per questo motivo, la nostra battaglia continuerà: crediamo di avere il diritto di ricevere una spiegazione, ed è giusto continuare a indagare per capire cosa realmente sia successo. Nessuno ha mai protestato per le altre antenne del quartiere, e crediamo ci fossero tutte le condizioni per trovare un sito più idoneo, non in mezzo alle case e soprattutto davanti al giardino di una scuola elementare dove i bambini giocano».

La presenza in sala consiliare di Cristina Mazzavillani Muti

Tra gli oltre mille firmatari della petizione in difesa del parco Montessori figurano, sin dalla prima ora, Cristina Mazzavillani Muti e il marito, il maestro Riccardo Muti. A sorpresa, è arrivata anche lei nella sala consiliare in segno di sostegno ai molti cittadini del quartiere. In confidenza oggi, ha raccontato che – fino a poche settimane fa – i suoi nipotini erano soliti giocare nel parco con coetanei che vivono in quel quartiere e che hanno smesso di farlo, per la paura dell’imponente struttura.

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