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Ancisi su Cofari: «Bisogna ascoltare tutti. Inaccettabile l’esclusione degli ex soci»

Arriva sabato 27 luglio la comunicazione di Alvaro Ancisi, ripresa poi dai sindacati, sull’assemblea ordinaria dei soci di Cofari, organizzata in sordina per martedì 30 luglio alle 18. L’incontro in seconda convocazione, presso la sede di via Bacci 44/46 a Ravenna, è stato organizzato per approvare il bilancio dell’anno 2023.

Non tutti accolti

Oltre ai soci residui, al collegio sindacale e al presidente di Legacoop, la convocazione è stata spedita anche “agli invitati”, non meglio precisati, tra cui tuttavia sembra non siano compresi, come sarebbe stato opportuno, sia pure senza diritto di voto, i soci receduti che vantano crediti. A questi, infatti, la cooperativa ha notificato, nel maggio scorso, di aver avviato domanda di composizione negoziata della crisi d’impresa chiedendo l’applicazione di misure protettive e cautelari del proprio patrimonio. 

Alcuni ex soci hanno calcolato come, negli anni preagonici, siano state messe in atto a più riprese trattenute sulle buste paga dei lavoratori quantificabili in circa 20.000 euro a testa nell’arco di sette anni, non siano stati pagati i contributi relativi alle trattenute e si sia proceduto ad un corposo rifinanziamento della cooperativa (5.000 euro a testa per circa 300 soci), senza tuttavia che le falle fossero tappate.

«Non è possibile prevedere chi e quanti “convocati” o “invitati” saranno in sala, tanto meno se si alzerà qualche voce dissonante.- spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi – “Un gruppo di ex soci che hanno lavorato una vita per Cofari” (così si firma), proponendosi di presenziare l’ingresso, rivolge fin d’ora ai “cari ex colleghi Cofari”, sotto forma di un volantino, il seguente appello: “Apriamo gli occhi e troviamo il coraggio di lottare perché paghi chi ha colpe e non, come al solito, lavoratori e contribuenti. Dopo lunghi anni di crisi e di gestioni che ci hanno lasciati soli, siamo arrivati alla più amara delle conclusioni: la chiusura della nostra azienda, che ai bei tempi contava quasi 500 addetti tra soci e dipendenti. Facciamolo per chi si è battuto per noi cercando di salvarla, anche pagando di persona. Facciamolo anche per la nostra coscienza».

Silenzi sgraditi da abbattere

«Non si può qui tacere come le richieste, da parte dei lavoratori, di incontri collettivi con le parti in causa per far partire un processo di risanamento condiviso dalla cooperativa non abbiano sortito effetti. – prosegue Ancisi – Né come sia diffusa la convinzione che le istituzioni comunali fossero a conoscenza della drammatica situazione aziendale. La richiesta che perciò rivolgo al sindaco, quale primo cittadino di Ravenna, è se intende incontrare una rappresentanza dei soci ed ex soci di Cofari, per ascoltarne la voce, allo scopo di sollecitare/mobilitare ogni possibile intervento delle parti in causa volto ad un equo appianamento dei crediti da lavoro insoluti».

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