Sabato scorso l’opinione pubblica è stata ufficialmente informata che, a seguito di indagini avviate ai primi del 2023, la Polizia Locale di Ravenna, sotto la direzione della Procura della Repubblica, aveva riscontrato, in una comunità alloggio per anziani ubicata in città, l’esercizio abusivo dell’attività infermieristica da parte di una signora priva di questo titolo, incaricata di preparare e somministrare i farmaci agli ospiti.
Dalle verifiche era inoltre emersa la presunta falsità di una comunicazione certificata che la struttura aveva presentato nel 2020 al Comune di Ravenna per aggiornare l’autorizzazione a svolgere la propria attività socio-assistenziale. Vi si attestava, infatti, l’assunzione, come nuova coordinatrice, di un’infermiera risultata invece assente da Ravenna.
Il giorno dopo, è diventata di pubblico dominio sulla stampa locale la notizia che si tratta della Comunità Alloggio “Il Giglio d’Oro di via Don Mesini, oggetto delle cronache locali nel 2020, a causa di un focolaio di Covid manifestatosi il 10 aprile, antivigilia di Pasqua, quando uno degli ospiti fu ricoverato in ospedale. Ciò fu però segnalato il giorno dopo Pasqua, dopo i festeggiamenti avvenuti nella struttura, all’AUSL, che solamente allora poté effettuare i tamponi ai 13 operatori e ai 19 ospiti di allora, tre in più del massimo consentito. Il caso fu analizzato a fondo da Lista per Ravenna, che lo espose pubblicamente, anche con un’interrogazione al sindaco, sulla base dei documenti raccolti presso le autorità direttamente interessate.
«Attraverso un comunicato stampa del 21 agosto, ne sintetizzammo i fatti e le valutazioni così:- spiega Ancisi Capogruppo di Lista per Ravenna – “Crediamo lecito chiederci quanto il mancato rispetto delle norme e delle regole attive prima e/o disposte dopo lo scoppio della pandemia abbia potuto influire sull’alto numero dei contagi (24) e dei decessi (7) in una struttura residenziale autorizzata per 16 posti letto.
Al riguardo è in corso da mesi un’indagine della Procura della Repubblica, tramite cui si potranno ipotizzare e distinguere le relative responsabilità, per atti od omissioni, tra i diversi attori in causa aventi ruolo all’interno della Comunità Alloggio, ma anche della pubblica amministrazione […]. Manderemo a giorni alla Procura la documentazione di quanto sopra che abbiamo raccolto”. Ci risulta peraltro che alcuni operatori socio-sanitari, sensibili al rispetto delle norme, specialmente se essenziali per la cura e l’assistenza dei pazienti, rivolsero essi stessi un esposto alla Procura della Repubblica tramite deposizione presso la Guardia di Finanza e la stessa Polizia Locale».
Eppure, a marzo di quest’anno Il Giglio d’Oro è stato multato per avere conservato in frigorifero tre prodotti alimentari scaduti. In aprile è stato diffidato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di Ravenna affinché sopperisse a varie mancanze. Ad ottobre, una nuova ispezione accertò che un’operatrice vi lavorava senza un contratto.
Risulterebbe addirittura che fin dal maggio 2022 nessun dipendente vi abbia lavorato con un regolare contratto di lavoro. Procedimenti a carico della struttura sono in corso presso l’Ispettorato del Lavoro, oltreché, in primis, presso il SUAP stesso. Non conoscendo che seguito abbiano avuto le indagini penali risalenti al 2020, è certo che Il Giglio d’Oro, chiuso dall’AUSL il 25 aprile di quell’anno, dopo i contagi di cui sopra, e riaperto il successivo 20 luglio, è in funzione da allora a tutt’oggi.
La direttiva della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna n. 564 del 2000 recita all’art. 9: “Verifiche e controlli”, ridotto all’essenziale che: “La permanenza dei requisiti minimi sulla base dei quali è stata rilasciata l’autorizzazione al funzionamento è verificata di norma ogni quattro anni […]. Il Comune può comunque procedere in qualsiasi momento a verifiche ispettive […]. La Regione può disporre controlli e verifiche sulle strutture autorizzate, dandone comunicazione al Comune”.
«Non conoscendo che seguito abbiano avuto le indagini penali risalenti al 2020, sta di fatto che nonostante quanto detto sopra, Il Giglio d’Oro, – prosegue Ancisi – chiuso dall’AUSL il 25 aprile del 2020 e riaperto il successivo 20 luglio, è in funzione da allora ad oggi, come se niente fosse. Vero è che il Comune di Ravenna, pur titolare tramite il SUAP delle autorizzazioni all’esercizio delle Comunità Alloggio e dei compiti immediati di vigilanza sulla correttezza delle loro gestioni, non si è dotato al riguardo di un proprio regolamento, come invece ha fatto per “la vigilanza nelle strutture residenziali per anziani con un numero di ospiti fino ad un massimo di sei denominate Case Famiglia e Appartamenti protetti per anziani”, strutture cariche di responsabilità meno gravi delle Comunità Alloggio, che ospitano anziani bisognosi di maggiori cure e assistenza socio-sanitaria».
«Chiedo pertanto al sindaco – conclude il Consigliere – cosa abbia impedito, anche normativamente, al SUAP di assumere, tra il 20 luglio 2020 ed oggi, provvedimenti sospensivi o annullativi dell’autorizzazione rilasciata alla Comunità Alloggio Il Giglio d’Oro; e comunque, se intende rivolgere al Consiglio comunale una proposta di regolamento delle Comunità Alloggio circa gli adempimenti e i compiti gravosi che ricadono al riguardo sul Comune di Ravenna».
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