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Ancisi (LpR): «Il Parco Marittimo? Da esempio di riqualificazione al degrado»

«Quando, nel luglio 2018, fu pubblicato l’esito del concorso nazionale di progettazione del cosiddetto Parco Marittimo “per la riqualificazione delle fasce retrodunali degli stabilimenti balneari che interessano i 35 chilometri di costa del territorio comunale di Ravenna, suddivisi tra le nove località marine, i cosiddetti Lidi”, si lesse che “nelle intenzioni dell’Amministrazione c’è lo sviluppo delle successive fasi progettuali in tempi stretti per poter iniziare l’esecuzione delle opere – suddivise in tre stralci funzionali – già dal 2019 con le località di Marina di Ravenna e Punta Marina, sfruttando un investimento pari a 5,3 milioni, per chiudere nel 2021 quando la città celebrerà il settimo centenario dantesco”. – Spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Ancisi – C’è stato di mezzo il covid, ma a tutt’oggi, mentre il costo totale dei lavori marcia inesorabile verso i 20 milioni, il Parco si dibatte ancora coi tre chilometri di Marina e di Punta, sui quali è stata finora portata a termine solo la “riqualificazione” delle carraie di attraversamento della Pineta di Ravenna (Riserva Naturale dello Stato) e degli stradelli ciclopedonali retrodunali, essendo stati rinviati a dopo la stagione estiva gli altri lavori».

Le corse per Pasqua

«Mentre sui materiali riversati nei nuovi sottofondi delle carraie e degli stradelli, tombati di gran corsa in tempo per Pasqua, ci sarà ancora molto da discutere e da valutare, non passa quasi giorno senza che vengano manifestate critiche e rimostranze su disfunzioni di ogni genere, parte delle quali Lista per Ravenna ha sollevato e documentato alla Giunta de Pascale perché si facesse carico di rimuoverle, con scarso successo».

La situazione attuale

«Nella sola giornata di ieri, domenica 11 settembre, sono pervenute a Lista per Ravenna diverse lamentele su due situazioni imbarazzanti, corredate da molte foto, – continua Ancisi – attinenti agli stradelli retrodunali, in realtà la parte apprezzata dell’opera, attraente per ciclisti e pedoni. Da un lato, l’imbarazzante selva incurata di arbusti e boscaglia traboccante sui percorsi ciclopedonali ostruiti in parte, anche pericolosamente, che conferma la cronica incapacità del governo cittadino a compiere (o a regolare, controllare e imporre se in carico onerosamente a terzi) ogni genere di manutenzione ordinaria degli immobili e dei beni di sua proprietà o ricevuti in gestione. Dall’altro, i dissuasori posti sugli stradelli stessi per tutelare ciclisti e pedoni dalle incursioni veicolari improprie o scorrette, i quali, almeno nelle zone che ci sono state segnalate, sono stati in gran parte rimossi oppure divelti da vandali, più o meno dediti ad usi peggiori degli stradelli stessi. Di questo passo, il Parco Marittimo, anziché famoso, per come e quanto è stato finora celebrato, o fumoso, come si è largamente dimostrato, rischia piuttosto di essere famigerato. Possibile che nessuno del Comune vigili, controlli, registri e segnali, intervenga su questi (come su altri) degradi o trascuratezze? Come si spiegano? Come porvi rimedio? Come prevenire che se ne manifestino altri nell’indifferenza dell’Amministrazione? Sono le domande che rivolgo al sindaco».

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