Certo, in Italia il finanziamento della sanità pubblica è stato notevolmente sottostimato dai governi di tutti i colori, anche in situazioni economiche molto migliori di quelle attuali, per cui non si poteva che sottoscrivere la richiesta di un cambio di passo. Ma lo stesso ordine del giorno ha trattato anche le pur gravi disfunzioni e le sperequazioni del servizio sanitario reso in Emilia-Romagna, soprattutto a danno della Romagna e del distretto di Ravenna, che non giustificano le genuflessioni del capogruppo PD davanti alla Regione Emilia-Romagna, perché avrebbe “ancora oggi, la sanità più pubblica, più efficiente e più universale del nostro Paese e questo perché sono i nostri amministratori a governare”.Tanto che, a nome di Lista per Ravenna, avevo presentato un altro “ORDINE DEL GIORNO A SOSTEGNO DELLA SANITà PUBBLICA E PARTICOLARMENTE IN ROMAGNA E A RAVENNA” (allegato), comprendente il seguente emendamento, che mette in evidenza le lacune più vistose che nella nostra stessa città gli utenti della sanità pubblica addebitano alla Regione, totalmente responsabile, secondo la Costituzione, di come questo servizio è organizzato e disciplinato sul territorio:
“Il Consiglio Comunale invita la Regione Emilia-Romagna a […] “Riorganizzare e rafforzare i servizi di base della sanità pubblica rappresentati dai medici e pediatri di famiglia e dalla guardia medica notturna, festiva e prefestiva, nonché dai servizi infermieristici e di assistenza socio sanitaria, in modo che le richieste di visita in ambulatorio siano soddisfatte in tempi brevi e certi, escludendo la formazione di lunghe liste di attesa, e siano assicurate, nei casi che lo impongano, visite a domicilio. In tal modo potrà evitarsi che affluiscano per necessità al pronto soccorso ospedaliero pazienti di codice bianco, indicante per definizione che non hanno bisogno del pronto soccorso potendo rivolgersi al proprio medico”. Su questo non avevano speso una parola né l’ordine del giorno del sindaco, né l’emendamento di Ravenna Coraggiosa. Accolto e inserito nel suo testo dal sindaco a condizione che ritirassi l’ordine del giorno per convergere sul suo, ho ritenuto di accettare per senso di responsabilità, ritenendo comunque importante e decisivo questo contributo, pur consapevole che la valanga dell’informazione di regime potesse sommergerlo.
Tuttavia, nel mio ordine del giorno si esprimevano anche, più esplicitamente, altre richieste rivolte alla Regione nel documento del sindaco: “formalizzare al più presto il riassetto e riqualificazione del servizio sanitario regionale, che ne superi le contraddizioni e le carenze; confermare chiaramente la centralità del sistema pubblico a fronte del rischio che si accentui l’aumento dei cittadini obbligati a ricorrere a pagamento al sistema privato, a danno soprattutto della salute delle classi meno abbienti che non possono permetterselo; distribuire adeguatamente le risorse finanziarie e tecniche disponibili in modo che, rispetto alle altre USL della regione, siano più eque quelle assegnate all’AUSL Romagna”.
il Consiglio Comunale invita la Regione Emilia-Romagna a:
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