Un catalogo degli eventi estremi che possono colpire l’Emilia-Romagna in futuro, una nuova banca dati georeferenziata per conoscere gli impatti del cambiamento climatico sul territorio regionale, un modello idro-geologico applicabile su scala territoriale per aumentare la resilienza dei territori agricoli. E ancora, iniziative per promuovere la salvaguardia del patrimonio culturale a rischio e percorsi per costruire forme efficaci di governo degli eventi calamitosi. Sono gli obiettivi dei 5 progetti dell’Unibo per affrontare gli eventi climatici estremi.
I cinque progetti sono stati selezionati nell’ambito di Alma CaReS – Cambiamenti climatici, Resilienza, Sostenibilità: iniziativa dell’Università di Bologna finanziata con oltre 400.000 euro raccolti grazie alla campagna 5×1000, per realizzare progetti di ricerca e di divulgazione destinati ad aumentare la resilienza del territorio e dei cittadini ai cambiamenti climatici. Con un’attenzione particolare per gli eventi catastrofici, che il riscaldamento globale renderà sempre più frequenti.
Sono tutti progetti interdisciplinari o multidisciplinari, che coinvolgono diversi Dipartimenti dell’Alma Mater e che produrranno un impatto sociale significativo, anche grazie a specifici piani di divulgazione al pubblico.
Tra questi c’è “SINTESI – Sinossi di eventi estremi costieri per l’adattamento climatico in Emilia-Romagna”, guidato da Silvana Di Sabatino del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”. Il progetto è pensato per incrementare la capacità del territorio regionale di fronteggiare eventi alluvionali, fornendo dati e una sintesi critica multidisciplinare sugli eventi estremi plausibili nel clima futuro e sull’efficacia di possibili misure di adattamento.
“MEMOREC – Resilienza e Memoria Climatica in Emilia-Romagna”, guidato da Francesco Scalone del Dipartimento di Scienze Statistiche “Paolo Fortunati”, mira invece a fornire nuovi strumenti informativi per comprendere e contribuire a mitigare l’impatto del rapido cambiamento climatico sulla popolazione dell’Emilia-Romagna. Il progetto realizzerà una banca dati georeferenziata che permetterà di implementare un nuovo sistema di monitoraggio e diventerà una base conoscitiva fondamentale per le politiche per la resilienza climatica.
Guidato da Giovanni Dinelli del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, il progetto “DIVERSE – MoDellIzzazione, Valutazioni e proposte per incrEmentare la Resilienza del territorio agricolo Emiliano-romagnolo” si concentra invece sull’analisi di dati e immagini storiche per studiare la modifica della struttura delle aziende agricole e il conseguente impatto idrologico nelle aree della Romagna colpite dall’alluvione. Gli studiosi potranno così proporre un modello idro-geologico applicabile su scala territoriale in risposta alle condizioni climatiche attuali e previste per il futuro.
Il progetto “RESTART – REsilienza e Sviluppo Territoriale – patrimonio A Rischio e Tutela”, guidato da Mariangela Vandini del Dipartimento di Beni Culturali, si focalizza sulla salvaguardia e gestione del patrimonio culturale a rischio. Con una serie di attività di divulgazione e percorsi di sensibilizzazione per la cittadinanza, tra cui giochi interattivi, attività di formazione e una app che permetterà anche di segnalare danni o criticità osservati sugli edifici storici.
Guidato da Federico Casolari del Dipartimento di Scienze Giuridiche, il progetto “SMART-ER! – Sviluppiamo Modelli Attivi di Resilienza Territoriale in Emilia-Romagna!” applica un approccio multidisciplinare che mette il diritto in dialogo con altri saperi. Attraverso seminari, workshop, percorsi nelle scuole, azioni di sensibilizzazione, percorsi di consulenza tecnico-legale e corsi di formazione per amministratori e funzionari degli enti pubblici, il progetto punta a sviluppare forme efficaci di governo degli eventi calamitosi che possono colpire il territorio regionale.
«Questi progetti consentiranno di affrontare alcune sfide complesse collegate ai cambiamenti climatici grazie ad approcci multidisciplinari e interdisciplinari che integrano ricerca e divulgazione – dichiara il Prorettore per la Ricerca Alberto Credi -. Il finanziamento AlmaCaReS testimonia la volontà dell’Alma Mater di valorizzare l’impatto sociale, economico e culturale delle proprie attività di ricerca e formazione, promuovendone le ricadute sul territorio, in linea con il Piano Strategico di Ateneo».
«Proprio in uno dei quattro principi del Piano Strategico – aggiunge la Delegata all’impegno pubblico Maria Letizia Guerra – si sottolinea l’importanza di incrementare il senso della responsabilità sociale e i progetti AlmaCaRes ne sono una piena realizzazione, in quanto l’Università di Bologna, valorizzando la sua conoscenza, dimostra di adoperarsi per il benessere dei cittadini e delle cittadine».
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