Le imprese di Cna: «Se oggi siamo ripartiti è solo grazie alla comunità, dallo Stato niente»

«L’alluvione ha lasciato un segno indelebile in ognuno di noi. Nella mia azienda il livello dell’acqua ha raggiunto i 3 metri di altezza, danneggiando 700 quintali di carta, oltre a tutti i macchinari e portandosi via 120 anni di storia dell’azienda e della mia famiglia. Mi hanno dato coraggio i miei dipendenti e tanti ragazzi che ci hanno aiutato, ma dallo Stato non abbiamo ancora ricevuto nessun aiuto economico. Se oggi siamo ripartiti è solo grazie agli aiuti della comunità, di Cna, e a tanti sacrifici personali». Sono le parole di Volturno Valgimigli, della Tipografia Valgimigli di Faenza, durante un incontro della Cna territoriale di Ravenna a un anno dall’alluvione.

I numeri delle aziende alluvionate di Cna Ravenna

A fotografare la situazione delle imprese alluvionate e dei ristori, sono i numeri di CNA Ravenna. 293 imprese associate hanno avuto danni per 35,6 mln ai quali si aggiungono i mancati fatturati. Di queste ad oggi solo 4 aziende (1,3%) hanno ricevuto risorse dallo Stato per 6,1 milioni con pratiche semplici e rapide, che in due tranche hanno visto riconoscere anche giustamente i mancati fatturati; cosa preclusa a tutte le altre aziende colpite.

L’entità dei danni delle imprese è variabile, si va da 1.042 euro a 10 mln, il 42% ha avuto danni inferiori ai 10mila euro; il 29% tra 10 e 50mila euro; l’11% tra 50 e 100mila euro; il 16% con danni sopra ai 100mila mentre il 2% ha avuto danni sopra ad 1 mln di euro.

Piattaforma sfinge, fatta di «pratiche complicate, che hanno reso lungo e difficile, a volte impossibile, ottenere i ristori»

Marianna Panebarco, Vicepresidente della CNA territoriale di Ravenna e di CNA Nazionale, sottolinea: «La struttura commissariale si è rivelata lenta e inadatta a gestire una ricostruzione così complessa. Le pratiche sono complicate e piene di limiti che hanno reso più lungo e difficile, a volte quasi impossibile, ottenere i ristori e procedere con la ricostruzione».

Lo confermano i dati raccolti da CNA Ravenna che monitorano l’andamento della presentazione delle pratiche sulla piattaforma sfinge da parte di tutte le imprese (anche quelle non associate), scegliendo come territorio campione area della Romagna Faentina.

All’8 maggio hanno presentato domanda solo 44 su 850 imprese (5,18%) con contributi richiesti per 4,5 mln che però si sono tradotti in soli 162 mila euro di contributi effettivamente concessi, appena il 3,5%. Ciò, secondo Cna, è dovuto alla complessità delle procedure che hanno portato infatti per il 47,7% delle pratiche presentate una richiesta d’integrazione (21) e 3 (6,8%) con esito negativo.

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«L’acqua e la melma ci hanno rubato casa e azienda»

Lo testimonia anche Orietta Caravita, di Caravita Recinzioni a Bagnacavallo. «L’acqua e la melma ci hanno rubato casa e azienda. Uso il verbo “rubare” perché, come in un furto, mi sono sentita incolpevole come se qualcuno avesse rubato una parte della mia vita senza che potessi fare niente. Questa catastrofe ci ha dimostrato che la natura è più forte dell’uomo e che la crescita economica da sola non basta più. È arrivato il momento di fare quel salto di qualità sempre annunciato e mai realizzato. La sostenibilità deve essere intesa come cambio di visione».

«Ormai è chiaro che le imprese sono ripartite da sole, con la solidarietà delle comunità locale. Il ristoro al 100% resta un miraggio».

Il Direttore CNA Massimo Mazzavillani ribadisce come «ormai è chiaro, anche con i numeri presentati, che le imprese sono ripartite da sole, con la solidarietà e la forza delle comunità locali. Se da un lato vediamo tanti cantieri di messa in sicurezza, anche se ancora mancano le opere strutturali come casse di laminazione o aree allagabili; dall’altro per le imprese il 100% ristoro dei danni resta un miraggio».

«È invece già legge, purtroppo, l’obbligo di copertura assicurativa contro le calamità a carico delle aziende, che rappresenta davvero un segnale poco incoraggiante. Da segnalare invece in positivo la non tassazione dei contributi ricevuti (quando arriveranno), era una nostra richiesta e siamo soddisfatti sia stata accolta», conclude.

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