ROMA (ITALPRESS) – Gli oli vegetali esausti sono diventati oggi una merce preziosa sul mercato dei rifiuti, tanto che anche la criminalità organizzata, da sempre attiva in questo business, ci ha messo gli occhi e le mani sopra. Lo dimostrano i sempre più numerosi fatti di cronaca che raccontano di inchieste della magistratura in tutta la Penisola, dove esponenti di note famiglie criminali sono attivi nel racket degli oli esausti. Questo rifiuto, che oggi ha un valore economico più elevato, è sempre più spesso oggetto di furti o estorsioni. Il Conoe, Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, quantifica in circa 15.000 le tonnellate di rifiuto che ogni anno vengono sottratte al tracciamento legale e che così non vengono avviate al trattamento e alla rigenerazione. Quantitativi importanti che, una volta avviati nel circuito illegale possono prendere strade pericolose per la salute umana e per l’ambiente.
Basti pensare che l’olio esausto, se trattato illecitamente, può essere reintrodotto nei settori dell’alimentazione umana e animale, mischiandolo nel primo caso con altri oli “vergini” e rimesso in commercio; nel secondo caso utilizzato per la preparazione di mangimi animali e, di conseguenza, reintrodotto nella catena alimentare. Queste pratiche illegali e pericolose fruttano altissimi guadagni proprio perchè utilizzano uno scarto come una materia prima di qualità.
Oltre alle numerose denunce alle autorità competenti, il Consorzio ha istituito uno sportello di assistenza alle imprese vittime di furti o estorsioni raggiungibile al numero verde 800.210.005 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00. Attraverso questo punto di ascolto, e ai legali messi a disposizione dal Consorzio, le aziende possono avere maggiore facilità di denunciare gli illeciti. Una tutela importante dunque per le aziende della ristorazione, dell’accoglienza, della trasformazione e conservazione di alimenti, detentrici di grandi quantitativi di rifiuto proprio per l’attività che svolgono e che vengono prese di mira dai clan per sottrargli illegalmente l’olio vegetale esausto.
“Condanniamo con forza quanto sta accadendo sempre più spesso e plaudiamo all’operato delle forze dell’ordine – dichiara Tommaso Campanile, presidente del CONOE -. Come Consorzio vogliamo svolgere un ruolo attivo di supporto alle imprese, non limitandoci alla sola denuncia. Ci siamo sempre battuti contro la gestione illecita e illegale degli oli vegetali esausti che periodicamente purtroppo verifichiamo sul campo. Con lo Sportello per la legalità invitiamo i nostri Associati a non cedere a aggressioni o ricatti e a denunciare i fatti con il nostro supporto”.
Proprio il Conoe, istituito per legge per garantire il corretto smaltimento di questo rifiuto così pericoloso per l’ambiente e per la salute, oggi opera su tutto il territorio nazionale con una rete di aziende di raccolta e rigenerazione togliendo dall’ambiente oltre 75mila tonnellate di rifiuto l’anno.
Bisogna considerare, infatti, che bastano 5 litri di olio vegetale esausto, versato nelle condutture fognarie, ad inquinare una superficie pari a un campo di calcio. L’olio vegetale esausto inoltre, se rigenerato, si trasforma in biodiesel con un evidente vantaggio per l’ambiente e per la bilancia energetica del nostro Paese.
“In un periodo in cui siamo alla continua ricerca di fonti energetiche alternative che sostituiscano quelle tradizionali – continua Campanile – ogni goccia di olio esausto che non viene rigenerato e trasformato in biodiesel è un danno ambientale e economico doppio. Non possiamo più tollerare il mercato nero di questo rifiuto e siamo in prima linea, insieme alle Istituzioni nazionali, locali e alle Associazioni di categoria per sconfiggere traffici e affari compiuti sulla pelle di cittadini e imprese”.
(ITALPRESS).
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