A differenza delle esposizioni precedenti, in questa sarà proprio l’artista, presente sabato 17 dicembre dalle 17, in conversazione col curatore, a “fare la mostra”: prevedendo anche interazioni col pubblico, verrà ripercorso l’iter creativo di Bravura, a metà fra “una sorta di incessante e seducente inno alla vita e un aspetto più critico e sociale, talvolta non privo di ironia”, concentrandosi in particolare sugli ultimi produttivi quindici anni russi, cui fa riferimento il titolo proustiano scelto dall’artista stesso.
Nomade convinto e praticante, Marco Bravura ha vissuto e vive principalmente dove ha uno studio, un laboratorio-officina, lo spazio casa-bottega vecchio stile. Uno studio dove il tempo del lavoro diventa tempo del piacere di vivere creando e facendo: lo studio è dovunque lo ha portato il percorso. In Russia, l’ultimo in ordine di tempo, con un sentire spesso rivolto a Oriente, sia Medio Oriente, il Libano di Ardea Purpurea e della scuola di mosaico da lui creata, o quello più lontano, quale l’India.
Allargare gli orizzonti visivi ed emotivi, conoscere per capire come le differenze non siano altro che ricchezze offerte liberamente: è uno stile di vita, quello di Bravura, perseguito senza troppe soste, dagli anni giovanili alla maturità, sorretto e spinto principalmente dalla voglia di libertà, unica vera condizione irrinunciabile per una vita di scelte e consapevolezza.
Vive e lavora tra Tarusa ( Russia ) e Ravenna.[vc_gallery interval=”3″ images=”29068,29069,29070,29071,29072″ img_size=”full”]
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