02 Dic 2022 11:20 - Interviste
Alessandro Gaffuri di Cels Group: “L’eccellenza dell’intrattenimento romagnolo ai mondiali del Qatar”
Gaffuri ci racconta della sua attuale esperienza in Qatar
di Roberta Bezzi
«L’idea del bagno parte da lontano e per spiegarla meglio è inevitabile partire dalla mia attività. Tutto inizia quasi dieci anni fa quando ho creato una società che fa eventi e che poi si è evoluta coprendo anche altre aree di business tra cui le decorazioni natalizie in cui siamo diventati leader a livello europeo. In Italia al momento siamo conosciuti soprattutto per allestimenti luminosi e il villaggio di Babbo Natale a Milano Marittima, mentre siamo forti un po’ in tutta Europa e soprattutto in Medio Oriente».Particolarmente importante è il legame con il Qatar…
«Sì. Già dal 2015 lavoro con il governo locale per cui realizzo manifestazioni e festival importanti, con coreografie e migliaia di droni in cielo, per investimenti anche di 4-5 milioni di euro per un’ora di show. Grazie a queste capacità di spesa siamo cresciuti molto, arrivando a produrre anche concerti per le star Katy Perry e Maluma nelle città della penisola arabica. Stiamo inoltre supportando la promozione dell’isola Qetainfan Island nella ricerca di investitori interessati a comprare casa. Ed è qui che è nata l’idea di allestire uno stabilimento balneare in stile romagnolo».
Può spiegare meglio la genesi del progetto?«Nell’ambito dei progetti della Fifa, mi si è prospettata l’opportunità di aiutare l’isola nel completare l’offerta in questo bel lembo di spiaggia dove c’è una Fun Zone, un’area vicina agli stadi, dove offrire eventi di vario tipo quando non c’è la partita. Qui è permesso l’alcol e l’intrattenimento musicale con dj e gruppi dal vivo. Il giusto contesto in cui portare una resident band romagnola con musicisti ravennati, forlivesi e riminesi, oltre a noti dj come Fabio Bartolini del Pineta».Ci sono altre regole particolari che avete dovuto seguire a Doha?
«A parte l’acquisizione di licenze molto care per distribuire alcolici, non ci sono restrizioni particolari. Abbiamo un gruppo di 6 bagnini di salvataggio romagnoli ma la Guardia Costiera locale e il ministero dell’Interno, che tengono molto alla sicurezza e al controllo durante i mondiali, ci hanno fornito altri 20 bagnini di supporto per coprire 500 metri lineari di spiaggia».[vc_single_image image=”30410″ img_size=”full”]A quale tipo di clientela vi rivolgete?
«Puntiamo essenzialmente da una parte ai residenti occidentali e asiatici e dall’altro ai fan, ai turisti e ai tifosi che raggiungono il Qatar per vedere qualche partita di calcio e hanno tanto tempo libero a disposizione. Non puntiamo invece sui locali perché i qatarini sono molto sensibili al tema dell’alcol e in genere non frequentano posti dove c’è poco controllo sul consumo di alcolici».Ha già fatto esperienze di questo tipo all’estero?
«In questi dieci anni di esperienza oltre confine, mi è capitato per esempio di portare già due volte a Doha gli sbandieratori di Faenza o artisti come Matteo Scaioli con la sua Maquina Parlante, i dj del Pineta e di altri noti locali del Cervese. In passato ho gestito il pre-partita di Juventus-Napoli della Super Coppa Italiana che si è svolta in Qatar, con un villaggio italiano in grado di rappresentare le due città dal punto di vista artistico e gastronomico, che si è guadagnato due ore di diretta su Al Jazeera».Com’è visto l’italiano in Qatar?
«L’italiano ha sicuramente tantissime affinità culturali col mondo arabo, più di quello che ci si potrebbe immaginare. Devo ringraziare il fatto di essere italiano se sono arrivato in un decennio a far crescere un’azienda che fa regolarmente 23-24 milioni di euro di fatturato, passando da zero a 50 dipendenti fissi. Per questo evento ai mondiali ne abbiamo assunto 600 per lavorare 30 giorni, con un fatturato stimato di 22-23 milioni di euro. Al di là della mia intraprendenza personale, agli arabi piace moltissimo lavorare con gli italiani, apprezzano la nostra flessibilità e creatività».
Com’è un mondiale senza Azzurri in campo?«Personalmente mi dà fastidio. Vedo ogni giorni argentini, messicani e africani orgogliosi della rappresentanza della loro nazione. A noi è toccato di guardare l’evento da distaccati. L’unico vantaggio? Potersi concentrare più sul business che sul tifo».[vc_single_image image=”30411″ img_size=”large”]Che rapporto ha lei con gli italiani all’estero?
«A dir la verità ho pochi contatti con gli italiani, i pochi che conosco sono collegati al lavoro. Frequento maggiormente emiratini e qatarini visto che abito quasi tutto l’anno tra Dubai e Doha, oltre che ovviamente a Milano Marittima. I miei compagni più fedeli sono i miei adorati gatti, ne ho 10 in tutto tra le varie residenze».A proposito di Milano Marittima, quali novità porterà nel 2023?
«Mi piacerebbe, la prossima estate, portare le meravigliose creazioni di Marco Lodola, artista italiano di cui abbiamo l’esclusiva in Medio Oriente. Ha disegnati bozzetti su giocatori di calcio e figure di donne che fanno shopping che stanno avendo un ottimo riscontro. L’idea è di portarli in giro per il mondo e poi in Romagna, per un’offerta dell’intrattenimento più incentrata su elementi culturali».[vc_gallery interval=”3″ images=”30412,30413,30414,30415,30416,30417,30418,30419,30420,30421,30422,30423,30424″ img_size=”full”]