Al Salone dei Mosaici di Ravenna, conferenza di Sandro Scarrocchia su “L’architettura del totalitarismo negli anni ’30”

Un incontro per parlare dell'architettura degli anni Trenta tra l'Italia e la Germania

Foto: Albert Speer, Große Halle, modello, 1939Sabato 21 maggio 2022, dalle ore 17:30 alle 19:30, al Salone dei Mosaici, Casa del Mutilato, Ravenna, via IX Febbraio 1, a cura dell’Associazione culturale “Tessere del ’900” e dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, si terrà il secondo incontro del ciclo Architettura e Potere, ideato da Alberto Giorgio Cassani, con la conferenza di Sandro Scarrocchia (Politecnico di Milano) dal titolo Speer e Piacentini.Presiederà Piero Casavecchia, Presidente dell’Associazione, e introdurrà Alberto Giorgio Cassani, docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia e componente del Comitato scientifico dell’Associazione. Info: e-mail: info@tesseredel900.it; cellulare: +39 339 3130423; la conferenza si potrà seguire online sulla piattaforma Zoom, inviando richiesta alla mail il giorno prima.Quali furono le relazioni in architettura fra Italia e Germania nel periodo del fascismo? l due “architetti di stato” Marcello Piacentini e Albert Speer ebbero contatti, ricevettero precisi ordini per l’“edificazione” dell’Asse Roma-Berlino? Quale fu il contributo che essi diedero a tale imperativo politico?

Dallo scavo di anni in archivi italiani e tedeschi e dall’uso filologico e originale delle fonti emerge un quadro complessivo e unitario dei rapporti intercorsi fra i due architetti negli anni Trenta.Ripercorrere la loro intensa attività progettuale, analizzarne i contenuti politico-culturali, evidenziarne il contributo alla definizione del fascismo italiano e del nazionalsocialismo tedesco, implica non soltanto tracciare un palinsesto inedito utile a colmare un vuoto della storiografia europea del Novecento, ma anche affrontare le diverse modalità con cui i due paesi, l’Italia e la Germania, guardano alla loro “eredità scomoda”. Alla ricerca di un senso nei meandri sempre più interdisciplinari e transculturali della ricezione contemporanea di quell’eredità.

Dalla stessa categoria