«È quasi un compendio delle sue ossessioni – nota Elio Germano nel parlare de Il sogno di una cosa, che Pasolini scrisse nel 1949-50 ma fu pubblicato soltanto nel ’62 – Qui Pasolini parla della sua terra friulana, prima dei lavori in cui si concentrerà su Roma e sulle classi proletarie delle borgate, ma abbiamo scoperto che già in queste pagine sono presenti moltissimi dei temi a lui cari. Ci ha colpito molto che quella descritta sia una sorta di rotta balcanica al contrario; niente è cambiato da allora, se non la direzione del viaggio. Pasolini parla di sogno e quest’idea di sogno e di nostalgia, di evocazione del passato, è esattamente il materiale su cui stiamo lavorando. Far rivivere sul palco questa nostalgia, i canti, il dialetto, è il senso di questo testo».
«Per me questo è stato un libro molto importante – racconta Teho Teardo – non tanto e non solo per una questione di comuni origini friulane, ma per il fatto che racconta problemi assolutamente contemporanei. (…) Nello spettacolo utilizziamo registrazioni di fiumi, del Tagliamento, degli uccelli della zona… ma anche materiale raccolto dall’etnologo Alan Lomax, che nel 1954, assieme a Diego Carpitella, girò per tutta Italia, casa per casa, chiedendo alle persone di cantare le canzoni tradizionali che conoscevano. Useremo alcune di queste canzoni, filtrate e trattate come se arrivassero con una folata di vento o da una nuvola: dilatate, rallentate, spazializzate. Ce n’è una in particolare cui sono legato da sempre: è in friulano, si chiama Olim bevi, che significa ‘vogliamo bere’. Il testo è semplicissimo: vogliamo bere il vino vendemmiato quest’anno, vogliamo essere felici».
Ambientato fra il 1948 e il 1949, Il sogno di una cosa si apre su un mondo contadino appena uscito dalla guerra ma ancora permeato di un senso antico di comunità. Di fronte all’indigenza, tre giovani amici friulani decidono di emigrare in cerca di migliori condizioni di vita. Milio sceglie la Svizzera, mentre Nini ed Eligio puntano alla Jugoslavia di Tito, alla ricerca di una società ideale senza sfruttamento dei ceti più deboli. Il ritorno in Italia, dopo la disillusione dell’emigrazione, avviene nel segno del movimento contadino che occupa le case e le terre padronali. Ma anche l’energia rivoluzionaria si consuma e i tre protagonisti non hanno altra scelta che calarsi nei nuovi stereotipi del boom economico e abbracciare i valori piccolo-borghesi – finendo così inghiottiti dalla stessa società che sognavano di cambiare.
Giovedì 7 luglio Il Trebbo in musica continua con Avvenne a Napoli: la voce e la fisarmonica di Eduardo De Crescenzo, in dialogo con il pianoforte di Julian Oliver Mazzariello, riscoprono la città che tenne a battesimo la canzone in lingua napoletana; introduce all’ascolto Federico Vacalebre.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
IAT Cervia tel. 0544 974400 – IAT Milano Marittima tel. 0544 993435
Biglietti: posto unico numerato 20 Euro (ridotto 18 Euro)
L’evento sarà su ravennafestival.live, solo in diretta streaming
Le precipitazioni delle ultime ore hanno generato incrementi dei livelli idrometrici nei tratti montani del settore centro-orientale della Regione
Le opere saranno esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da venerdì 22 novembre a lunedì 2 dicembre.
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Si terrà sabato 23 novembre dalle 9 alle 12 nella sala Ascom, in via Acquacalda 29 a Lugo.
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