06 Nov 2024 09:48 - In evidenza
Al Goldoni “Barbablù”: il monologo sulla violenza di genere con Edoardo Frullini
In occasione della rappresentazione, sarà allestita presso il foyer del Teatro Goldoni la mostra “Com’eri vestita?”, curata in Italia da Libere Sinergie.
di Redazione
Per inaugurare la nuova edizione della rassegna Teatri d’Inverno, espressamente dedicata alla nuova e giovane drammaturgia, della Stagione 2024/25 del Teatro Goldoni di Bagnacavallo, Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta la “Prima” del riallestimento di BARBABLÙ, un intenso monologo sulla violenza di genere, interpretato da Edoardo Frullini e diretto da Giulia Paoletti, in scena al Ridotto venerdì 8 novembre alle 21. La pièce è scritta da Hattie Naylor con traduzione di Monica Capuani.
In occasione della rappresentazione, sarà allestita presso il foyer del Teatro Goldoni la mostra “Com’eri vestita?”, curata in Italia da Libere Sinergie. Un allestimento che intende sensibilizzare il pubblico sul delicato e importante tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare abusi se solo avesse indossato abiti meno provocanti.
Sinossi
Barbablù è un seduttore, ammaliatore, provocatore. Un intelligente galantuomo che ci sa fare con le donne, soprattutto con alcune. Un predatore che passeggia e fiuta la preda ancor prima che essa diventi tale. Un giocatore competitivo che contempla la vittoria come unico finale possibile.
Barbablù osserva e ammicca. È gentile e premuroso. Fa un passo alla volta e non si concede mai subito e mai del tutto. Ascolta e risponde al bisogno più intrinseco. Accarezza e coccola. Desidera e idealizza. Crea connessioni perfette. Ama.
Barbablù ha bisogno di sentirsi forte e superiore. Non scende dentro di sé. Non risponde alle domande. È vulnerabile e non sostiene la cura dell’altro. Barbablù tesse la sua (di lui, di lei) gabbia. È in trappola. Per non esplodere dentro, esplode fuori. Barbablù violenta, tortura, uccide. Vince.
Note di regia
Non si può combattere il male rimuovendone solo l’effetto, non si può annientare la malattia eliminandone il sintomo, non si può abolire la violenza sopprimendone la manifestazione.
I numerosi tentativi contro la violenza di genere agiscono, nella maggioranza dei casi, sull’evento e sull’atto che è già stato compiuto o subìto. Barbablù è, invece, il pretesto per dar voce all’esplorazione degli strati più profondi e primordiali di comportamenti e personalità che si trasformano da apparentemente sani a malsani e patologici. Barbablù ha senza dubbio una visione distorta delle relazioni, dei sentimenti, del sesso. Ma qual è il limite oltre il quale il consentito diventa irrispettoso, violento, illegale? Le donne di Barbablù sono intrinsecamente già vittime.
Sono vittime di personalità probabilmente troppo fragili, di famiglie in cui la forza femminile è sempre stata assecondata a desideri altrui, di relazioni in cui la dimostrazione del sentimento e del bene era sinonimo di sopportazione e tolleranza, di contesti in cui il senso di inadeguatezza affibbiato loro era considerato normale, di società in cui valutare un essere umano superiore o inferiore rispetto ad un altro è regolare. In ogni atteggiamento, in ogni gesto, in ogni parola, può insinuarsi quel meccanismo di gioco-forza in cui ogni relazione deve necessariamente prevedere che ci sia un vincitore e un vinto, un predatore e una preda, un carnefice e una vittima. È proprio questo gioco-forza che emerge dalla penna di Hattie Naylor e che ritengo necessario indagare e approfondire.
Entrambi i partecipanti conoscono istintivamente le regole ma pochi osano infrangerle per paura di scendere in territori sconosciuti in cui la vulnerabilità è considerata la vera debolezza. È così che i due diventano avversari e finiscono per far sì che i loro ruoli arrivino perfino a confondersi. Non considerando la giustificazione neanche come remota possibilità, il tentativo è la comprensione del reale aspetto di Barbablù, per poter prendere coscienza della causa che sta alla base di questi comportamenti, riconoscerla, scegliere di annientarla, con la certezza che estirpare la radice di questo dualismo è difficile ma non impossibile. (Giulia Paoletti)
Info
Biglietti: 10 euro (intero), 5 euro (ridotto per under 29). Diritto di prevendita: 1 euro.
Prevendite: da giovedì 7 novembre dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Goldoni. Prenotazioni telefoniche (0545 64330): nei giorni di prevendita dalle ore 11 alle ore 13.
Biglietti online: Vivaticket
Info: 0545 64330 e www.accademiaperduta.it