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Al consiglio nazionale Uspi il futuro dell’informazione

Riunione, in forma aperta, del Consiglio nazionale dell’Unione Stampa Periodica Italiana (Uspi). “L’informazione del XXI secolo”. Questo il titolo dell’evento che si è tenuto presso Centro Studi Americani di Roma. Presenti, oltre agli organi sociali Uspi al completo, tanti ospiti del settore dell’informazione e dell’editoria. Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, il presidente Uspi, Antonio Delfino, Federico Silvio Toniato, vice segretario generale del Senato, Carlo Parisi, segretario generale Figec, Gianluca Busi, Technology pusher 22HBG, partner tecnologico Uspi e il segretario generale Uspi, Francesco Saverio Vetere e la vice segretario, Sara Cipriani. Ha moderato gli interventi Alessandro Astorino, delegato Uspi ai rapporti con il Parlamento. Il sottosegretario Barachini ha colto l’occasione per ricordare alcuni dei punti del suo lavoro: “Le risorse e il sostegno all’informazione e all’editoria vanno aumentati, non modificati né diminuiti. Il governo deve dare risposte ai cittadini indicando come le risorse vengono investite”. In quest’ottica di rinnovamento e sviluppo, il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, secondo Barachini, può e deve “contribuire interrogandosi su ciò che è stato fatto e capendo cosa resta da fare. Un anno di internet equivale a 7 anni nella fase pre-internet. Se questo è vero, anche per l’informazione occorre fare una riflessione collettiva sulle radici che poi ci porteranno avanti”. Francesco Saverio Vetere è intervenuto in chiusura tirando le fila della giornata. “È importante per Uspi mettersi all’ascolto del mondo. Avere la capacità di analizzare fenomeni, vederli e capirli”, ha osservato. “Questo settore sta andando giù e sta facendo la fine progressivamente del vinile nella musica. Il settore va da un’altra parte. Qualunque sia il mezzo, quale sarà la costante? La libertà degli imprenditori di fare impresa e il lavoro, perché in ogni caso va disciplinato e protetto, a Costituzione vigente, il lavoro deve essere garantito secondo l’art. 36. Quindi l’Uspi queste due cose non le può lasciare a nessuno”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

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