Abodi “Chiudere il cerchio sulla riforma dei campionati”

FIRENZE (ITALPRESS) – “Ci sono alcune regole che non dipendono esclusivamente da noi ma che cercheremo di favorire soprattutto a livello calcistico, cioè la regolamentazione più puntuale di una corretta gestione che porti poi al Fair play finanziario nell’ottica della competitività ma anche della tutela della giusta competizione perchè noi vorremmo favorire una competizione nella quale si rispettano gli impegni finanziari e si pagano le tasse che si devono pagare, si facciano gli investimenti sulle infrastrutture e non si comprino solo i calciatori. Questo dipende più dalle regole federali quindi mi auguro che siano loro a farle sempre pià velocemente ed in modo più puntuale”. Lo ha detto il ministro per lo sport e i Giovani, Andrea Abodi, in visita a Firenze nel corso della quale ha incontrato il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, ed ha visitato il Viola Park della società gigliata. “Mi piacerebbe immaginare anche una riforma, ma questo lo dico da osservatore esterno, delle competizioni, ma so che il presidente Gravina ci sta lavorando, in collaborazione con le Leghe. E’ arrivato il momento di chiudere il cerchio sulla riforma dei campionati” ha aggiunto Abodi.
Il ministro ha anche sottolineato come ritenga “che ci sono alcune norme che dipendono dal governo nazionale e cercheremo di portarle avanti di concerto con gli organismi sportivi perchè nel rispetto dei ruoli ci debba essere sempre collaborazione e non ci debbano essere invasioni di campo. Penso anche alla riforma sul settore televisivo ed audiovisivo che ha fatto tutto quello che doveva fare ma il tempo è cambiato e probabilmente la legge Melandri può essere in qualche maniera attualizzata tenendo conto anche di alcuni aspetti che anticipano il futuro. Vorrei collegare la legge sullo stadio virtuale con una legge anche sullo stadio reale che favorisca gli investimenti infrastrutturali con delle agevolazioni fiscali per chi investe anche privatamente sulle infrastrutture che sono comunque, per quanto private, pubbliche perchè il calcio è uno sport popolare che secondo me non ha padroni quindi il concetto che sia privato ma di interesse generale”.
– foto Italpress –
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