A Bagnara di Romagna, apre il parco “Ai prati di Sant’Andrea” il 23 maggio alle 10

L'area è stata istituita per proteggere e valorizzare l'area archeologica

Foto: Parco Ai prati di Sant’AndreaLunedì 23 maggio alle 10 a Bagnara di Romagna inaugura il parco Ai prati di Sant’Andrea, uno spazio tutelato che sarà al contempo area di ripristino di ecosistemi naturali e sito archeologico.Dopo un brindisi inaugurale ci sarà un piccolo ristoro in collaborazione con Coop Reno e l’associazione Amici della scuola. L’ingresso del parco è in via Lunga, all’incrocio con via Fossette.L’area è realizzata per tutelare il sito archeologico e permettere ai cittadini di passare del tempo libero all’aria aperta e a contatto con ecosistemi in salute, ma anche per attività culturali e ricreative. Il parco è diviso in aree adatte per il passeggio e la sosta, con sfalci più frequenti, e altre zone volutamente lasciate più «selvagge», dove viene consentito alla vegetazione di svilupparsi liberamente ed essere quindi più idonea alle fioriture e a ospitare fauna, dagli insetti impollinatori fino ai piccoli mammiferi, a tutela della biodiversità. Anche per questo l’illuminazione è limitata all’area dell’«officina archeologica», nei pressi dell’ingresso, in modo da contenere quanto più possibile l’inquinamento luminoso.L’ampia area ancora oggi evidenzia una motta di età altomedievale, un’altura artificiale generata dalla frequentazione nel tempo dell’abitato, circondata da una vasta depressione che originariamente ne costituiva il fossato difensivo. La motta era in origine delimitata da una palizzata in legno; resti di fondazioni di abitazioni in materiale deperibile, focolari disposti sopra piani d’uso domestici, pozzi e resti di strutture adibite ad attività artigianali sono stati ritrovati in una serie di sondaggi e campagne di scavo nel 2005 e nel 2021. Numerosi reperti rinvenuti che attestano la vita quotidiana nel sito sono oggi confluiti al Museo del castello di Bagnara di Romagna.«Il percorso di realizzazione del parco nasce dal desiderio di fare riemergere l’invisibile, in un luogo che fino ai primi anni duemila era in parte adibito a discarica – ha spiegato l’architetto Mirko Marescotti, che ha coordinato il progetto -. Il parco realizzato cerca di esaltare le tracce del passato, e una parte di fossato è stata anche allagata; uno spazio è infine dedicato a bosco, mentre tutte le essenze messe a dimora sono documentate da studi archeobotanici su pollini ritrovati durante gli scavi: questo per ricreare le condizioni più vicine a quelle dei secoli passati».Il parco è realizzato grazie ai contributi della Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 – Operazione 4.4.01 («Investimenti non produttivi finalizzati prioritariamente alla conservazione della biodiversità»), e il sito archeologico è sottoposto alla tutela della Soprintendenza delle belle arti per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

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