05 Ott 2024 09:34 - In evidenza
La ravennate Nina Corbetta veleggia in singolo su Hansa 303 e vince l’oro Europeo
17 anni residente a Marina di Ravenna studentessa del Liceo Artistico Nervi- Severini, amante della musica, suona la chitarra elettrica e una passione infinita per la vela e il mare
di Federica Leonetti
Rientra a Ravenna dopo due intense settimane di competizioni un’atleta per molti sconosciuta che in pochi mesi di preparazione ottiene non solo l’oro al Campionato Europeo Hansa 303 in Olanda, ma si aggiudica anche l’argento al campionato italiano classi olimpiche di Cagliari, con lo stacco di solo 1 punto dal primo posto. Stiamo parlando di Nina Corbetta. 17 anni residente a Marina di Ravenna studentessa del Liceo Artistico Nervi- Severini, amante della musica, suona la chitarra elettrica e una passione infinita per la vela e il mare!
Nina complimenti per questi traguardi, settembre è stato il tuo mese hai portato a Ravenna due medaglie importanti che qui non si erano mai viste. Puoi dirci come è iniziato tutto? … per coincidenza o per caso?
«Direi che tutto È nato… per fortuna!
Nell’aprile 2023 grazie alla mia scuola, il Liceo Artistico di Ravenna, che ha promosso un corso per far provare la barca a vela a ragazzi con disabilita cognitiva. Si. Ho la ADHD! La scuola e i professori sono stati stupendi hanno fatto di tutto per farmi accedere al progetto sistemando l’orario e concedendomi l’occasione di provare!
Non potevo deludere i loro sforzi e ho preso seriamente questa opportunità fin dal primo giorno. Ricordo che mi portai anche un quaderno per appuntarmi tutto, per paura che qualcosa mi sfuggisse.
L’associazione Marinando 2.0 di Ravenna ha poi fatto tutto il resto, loro sono forti. Il mio punto di riferimento iniziale è stato Sante Ghirardi. Sante mi ha insegnato oltre la tecnica anche il gioco di squadra, nonostante la mia disabilità ho scoperto la fortuna della mia liberta fisica rispetto alla sua e questo mi ha fatto sentire importante e responsabile …ho acquisito l’importanza di aiutare».
Nina parli con una maturità molto elevata per la tua età, questa esperienza ti ha fatto crescere non solo come persona ma anche come atleta. Hai preso il tuo limite e lo hai trasformato nella tua grande opportunità. Quanto tempo hai impiegato a capire che potevi diventare quello che sei?
«Il primo giorno ho capito subito che quello sport poteva diventare un’attività agonistica. Non capivo bene il valore di questo termine ma ho detto istintivamente SI!
Cosi mi hanno messo in squadra con due allenamenti a settimana in doppio con Sante da aprile a marzo, lui si è impegnato al massimo con me per 11 mesi e abbiamo portato a casa 5 primi assoluti in 5 gare».
Incredibile in meno di un anno tanto risultato. Cosa ha determinato tanto successo?
«L’ Allenamento e l’energia di tante persone che mi hanno seguito in primis Francesco Pontone presidente e mio allenatore di Marinando 2.0. Non ero abituata a queste attenzioni, per cui mi sono nutrita di tante nozioni e tanti insegnamenti-preziosi. La fortuna è stata la convocazione dalla Nazionale per la regata in singolo: una scelta che ha comportato molti allenamenti e molti sacrifici, dove il mio sostenitore numero uno è stata mia madre. Senza la sua presenza e il suo supporto non ci sarei riuscita….»
Credo cara Nina che i valori di determinazione coraggio e passione siano gli ingredienti perfetti di questa tuo traguardo. Ci sono stati amici oltre il team che ha saputo ispirarti?
«Ho avuto tanti punti di riferimento tra gli amici David Di Maria, Vincenzo Gulino e Carmelo Forastieri, campioni di vela che solo guardandoli mi hanno insegnato tanto …ho imparato tanto da loro anche solo imitandoli. Anche a livello emotivo mi hanno dato tanto perché parlare con loro mi ha fatto capire come dovevo affrontare la trasferta e anche come approcciarmi alla regata, abbassare il livello di preoccupazione».
Direi che sei entrata a pieno nella logica dell’atleta professionista, fatta non solo di preparazione e prestazione ma anche di impostazione. Questo è frutto di una grande capacità di saper ascoltare. Come hai maturato questo traguardo dell’ascolto attivo?
«Mi sono chiesta: cosa devo fare per imparare bene? E cosi ho iniziato a fare più domande possibili anche sceme durante i debriefing e questo mi ha portato ad ascoltare anzi. ho imparato ad ascoltare. Credo che molti giovani come me hanno perso l’abitudine a fare domande …all’inizio pensavo di fare domande stupide poi ho capito che una domanda non è mai stupida è sempre l’opportunità di avere una risposta.
Altra cosa che mi ha aiutato molto, il rapporto con la natura, con il mare, respirare profondamente, sentire il vento …Poi via telefonino via tecnologia, ho preferito lettura e conversazione e ho raggiunto il risultato. Non dico di dire no al telefonino ma dargli il giusto tempo, scegliere cosa guardare, ho visto i video di vela e quello che mi nutriva nel bene. Poi comunque avevo la scuola e avevo lo studio e poco tempo da perdere!»
Arriviamo alle medaglie, a questi traguardi sportivi. Prima l’oro femminile nel Para Sailing con 42 partecipanti nella classe Hansa 303 singolo, in rappresentanza di 15 nazioni europee in Olanda. Poi il Campionato Italiano Classi Olimpiche Edison Next di Cagliari 2024 Hansa singoli (23 partecipanti) (9 regate totali) dove per un solo punto di scarto dal primo posto ottieni la medaglia d’argento. Ma te lo aspettavi tutto questo?
«Non mi aspettavo risultati cosi buoni, mi sono concentrata su piccoli obiettivi, come mi ha insegnato il mio tecnico federale FIV Filippo Maretti. Io non ho gareggiato per fare classifica ma per soddisfare obiettivi personali, con me stessa! Non è andato sempre tutto liscio, nelle ultime due prove stavo andando un po’ male perché ero stanca e Filippo mi ha detto che mi stavo giocando l’argento. Questa frase mi ha fatto partire l’embolo e ho capito che ero da podio e li ho dato il massimo, soprattutto con la regatante polacca. Mi ha dato filo da torcere anche perché aveva quello che mancava a me: l’esperienza di tanti anni di vela».
Sei comunque arrivata prima come donna nel Para Sailing Hansa 303 Singolo. Oltre al successo del podio hai detto prima che hai gareggiato per te stessa cosa volevi intendere Nina?
«La vela è la mia rivincita personale, La vela mi ha aiutato a stare meglio, avevo attacchi di panico non stavo bene…con la vela mi sono distratta poi alla fine mi ha curato. La vela ha sovrastato l ‘angoscia! grazie al mare e al vento ho superato il mio inferno. Ho conosciuto tanti amici nuovi ma quello più importante è il mare. Il mare che è un amico nemico che a volte è imprevedibile. Il mare è il mix di tante forze, di animali, di natura è una componente mistica. A volte è con te a volte è contro di te… io lo penso sempre con me e questo mi aiuta a vincere!»