Ancisi (LpR): «Sindaco, faccia in modo di salvare i pini Lido di Savio»

Il progetto del Parco Marittimo prevede l'abbattimento di 61 pini, di cui 16 già rimossi. I cittadini si sono mobilitati con manifestazioni e petizione per evitarlo

Alvaro Ancisi, di Lista per Ravenna, chiede a Sindaco e giunta di salvare i pini di viale Romagna a Lido di Savio. «Il quarto ed ultimo stralcio del Parco Marittimo in costruzione sull’intero litorale ravennate allo scopo di restaurare “gli stradelli retrodunali” e le aree retrostanti gli stabilimenti balneari, è rivolto in realtà, nella frazione di Lido di Savio, a “riqualificare” (per così dire) viale Romagna, che rappresenta la storica strada carrabile del suo lungomare. Il progetto intende rimuoverne l’attuale doppio filare di 71 pini, definiti erroneamente “marittimi” (in realtà, domestici), quasi tutti con circonferenza di circa 1.60/2.00 metri e altezza attorno ai 12/14, eliminandone 61, di cui 16 già abbattuti in primavera ed il resto nel prossimo autunno, e sostituendone appena 35 con dei frassini».

«Non si esclude nemmeno che i 10 pini destinati a sopravvivere siano sostituiti, in caso di non chiare “difficoltà”, con delle querce. È certo, in ogni caso, che il legname prezioso così ricavato viene bruciato come energia di combustione nel settore redditizio delle biomasse legnose, sottoposto peraltro alle indagini giudiziarie in corso denominate “Bosco Perduto”».

71 pini

«Questo 31 agosto circa duemila cittadini, residenti nel comune di Ravenna, o proprietari di seconde case o imprenditori o turisti (quindi contribuenti dell’Amministrazione comunale), hanno sottoscritto e rivolto al sindaco una petizione, chiedendo, come da comunicato stampa, di “salvare i meravigliosi e sani pini che da oltre 50 anni accompagnano la vita di Lido di Savio lungo il viale principale, […] straordinario patrimonio pubblico di bellezza, biodiversità, salute”».

«Essendo il progetto finanziato con fondi europei del PNRR, perciò obbligato a non produrre “Danno Ambientale Significativo” (DNSH, “Do No Significant Harm”), la petizione contesta totalmente questi abbattimenti in quanto privi di qualunque “Valutazione di Stabilità degli Alberi” (VTA, “Visual Tree Assessment”) che attesti pericolosità o malattie dei pini. In realtà, a differenza di ogni altro abbattimento di pini nel comune di Ravenna, compresi quelli di via Maggiore a Ravenna, sui 71 pini di viale Romagna non solo non sono state compiute prove di trazione, ma neppure osservazioni visive sui principali punti d’interesse strutturale delle piante, minimo indispensabile per certificarne la propensione al cedimento».

«Agli ultimi 5 pini abbattuti quest’anno in via Maggiore le prove di trazione hanno attribuito la classe D, pari ad un indice di sicurezza definito “insicuro”, mentre ai 2 con indice pari al limite minimo tollerabile hanno attribuito la classe C/D e ai 6 con indice di sicurezza definito “sicuro” è stata riconosciuta la classe C, come pure ad altri 40 pini a cui è stata applicata solo una VTA visiva. In mancanza di controprova è dunque certo che i pini di viale Romagna avevano ed hanno tutti un indice di assoluta sicurezza. Abbatterli vuol dire violare il DNSH, principio vincolante per il PNRR».

Nessun degrado del manto stradale

«La petizione contesta anche che vi sia o si produca, a causa dei pini, alcun degrado della strada o dei marciapiedi – pur insufficiente a legittimarne l’abbattimento –  essendo le condizioni generali della pavimentazione nel complesso molto buone, fatti salvi pochi episodi puntuali rimediabili agevolmente».

«Del resto, il progetto stesso, laddove “salva”, nei “principali punti di interesse e aree commerciali del viale”, 10 pini, prevede – affinché non si generino (supposte) “interferenze con le radici” – di attorniarli con delle superficie permeabili “che consentono la traspirazione tra suolo e aria ed evitano che le radici si sviluppano in superficie”: perché allora non con tutti i pini rimasti?».

«Inoltre, molto attendibile è qualificato è il parere espresso dal dottore forestale Gian Pietro Cantiani, esperto a livello internazionale nel campo degli ancoraggi radicali del pino domestico per l’eliminazione dei conflitti coi manti stradali e la conservazione degli alberi (si cita ad esempio il lavoro sul Lungomare Trieste a Lignano Sabbiadoro, realizzato negli anni 2017-2020, dove 350 pini, sottoposti all’irruenza della Bora, sono stati salvati ed il viale riqualificato), parere formulato, in sostanza, durante gli incontri pubblici tenutisi a Ravenna il 7 e 8 agosto scorsi, tra cui il primo a Lido di Savio nei pressi di viale Romagna: Nel caso le prove forniscano un fattore di sicurezza sufficiente o al limite, si può procedere con l’intervento di consolidamento della zolla radicale attraverso l’ancoraggio delle branche delle radici del piatto radicale: soluzione che rappresenta un’operazione innovativa di comprovata e duratura efficacia grazie alla quale è possibile anche triplicare il fattore di sicurezza dell’albero. Al termine dell’intervento l’albero presenterà un maggior grado di sicurezza e un rischio di cedimento ampiamente accettabile. Tali tecniche consentono anche una riduzione dei costi, ponendo sul piatto da un lato il mantenimento del valore ornamentale e dei servizi ecosistemici elevati garantiti da un albero adulto, dall’altro i costi di abbattimento, reimpianto, manutenzione, cura e irrigazione di un albero giovane, e la perdita dei servizi ecosistemici”».

«Da quanto sopra deriva, opportunamente e doverosamente, per evitare probabili conflitti giudiziari, ma soprattutto per onorare il valore storico/architettonico/identitario di viale Romagna rappresentativo della comunità territoriale di Lido di Savio, la formulazione del seguente atto di indirizzo, tramite cui il consiglio Comunale chiede al Sindaco e alla giunta di operare affinché, nel IV stralcio del progetto di Parco Marittimo, sia introdotta con urgenza una variante che scongiuri ulteriori abbattimenti di pini a Lido di Savio», conclude Ancisi.

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