13 Ago 2023 11:40 - In evidenza
Colosso immobiliare acquista Ortazzo. Ravenna non risponde alla richiesta d’aiuto del Parco
Ancisi (LpR): «Il Parco ha giurato di avere inutilmente chiesto ovunque, anche agli Enti locali, il sostegno per poter disporre dei 500 mila euro necessari»
di Redazione
Il comparto “Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano”, protetto dalle legislazioni europea, statale e regionale, unica area naturale della costa adriatica non sfiorata da alcuna urbanizzazione, rappresenta un patrimonio ambientale unico di immenso valore, composto com’è di terre e acque, spiagge e dune, pinete e zone umide, su un vasto comprensorio situato tra la foce sinuosa del torrente e Lido di Classe, pineta litoranea compresa. Dal cancello che lo separa da questa località sono visibili due ex strade asfaltate parallele, relitto di un avvio di lottizzazione. Delitto di mezzo secolo fa che la magistratura stroncò sul nascere.
Il successivo decadimento dell’area, rimasta in proprietà alla società immobiliare in causa, è un cavallo di battaglia di Lista per Ravenna. Nei programmi elettorali suoi e della consociata Lista del Mare figura dal 2011 questo obiettivo: “L’amministrazione comunale acquisterà dai proprietari privati e valorizzerà la pineta di Lido di Classe, oggi abbandonata al più squallido degrado e agli incendi, avanzando richiesta di finanziamento ‘Life-Natura’ alla Comunità europea. Si pone, più in generale, il problema di come tutelare e finalizzare ad uso ambientale le aree dell’Ortazzo e dell’Ortazzino, intervenendo opportunamente sulla proprietà di questo bene naturalistico, oggi privata”.
Il Parco chiede aiuto, Ravenna non risponde
Il delitto dei giorni nostri è stato svelato da Italia Nostra così: il 1° marzo 2023, quasi 500 ettari dell’Ortazzo e Ortazzino sono stati acquistati per 500 mila euro non dal Comune di Ravenna o dall’Ente Parco del Delta del Po, entro il cui territorio ricade, ma da un’altra importante società privata di consulenza immobiliare. Nel silenzio assordante della Giunta de Pascale (salvo lacrime di coccodrillo versate da Ravenna Coraggiosa, che ne fa parte con l’assessore all’Ambiente), il Parco ha giurato di avere inutilmente chiesto ovunque, “anche agli Enti locali” (vuol dire Comune, Provincia e Regione), il sostegno per poter disporre dei 500 mila euro necessari.
Le promesse non mantenute
Il 23 febbraio 2021, Lista per Ravenna indirizzò alla dirigente del servizio Patrimonio del Comune questo messaggio: “Il Comune di Ravenna a novembre 2018 aveva programmato di acquistare ‘l’area naturalistica denominata Ortazzo/Ortazzino a nord di Lido di Classe’ che è di proprietà privata, come dimostra il cancello che la chiude a lato del viale dei Lombardi e che ne impedisce l’accesso.
Sarebbe interessante sapere se l’acquisto sia andato a buon fine e, in caso contrario, il motivo del mancato acquisto e dove siano stati spostati i 512.400 euro che vi erano destinati. Questo perché il documento di rendiconto per l’anno 2019 non è ancora stato pubblicato sul sito del Comune. L’importanza di questo acquisto permetterebbe di superare il limbo nel quale si trova l’area in questione, che, se da un lato è soggetta a molte tutele ambientali, dall’altro è di proprietà privata.
Una spiegazione sarebbe desiderabile, visto che nessuno vuol pensare che il mantenimento della proprietà di una zona nella quale è vietato costruire, quindi non più ‘redditizia’, nasconda la speranza di una futura ‘lottizzazione-bis’, dopo che la prima fu fermata”. Riportammo, dal “Documento unico di programmazione 2019-2021” del Comune (paragrafo 5.1, “Programmazione triennale lavori pubblici”), la dimostrazione che l’acquisto sarebbe avvenuto, entro il 2021, con finanziamento a carico del Comune stesso. Chiedemmo in proposito “informazioni sul seguito ad oggi”.
Due giorni dopo, la risposta fu questa: “L’area di circa 478 ettari è di proprietà della Soc. Lido di Classe con sede in Roma. […] L’ Amministrazione ha valutato di acquisirle al patrimonio comunale per perseguire efficacemente la loro tutela e salvaguardia, nonché per consentire la loro integrazione con le altre aree comunali e demaniali adiacenti e per consentire, nei limiti delle norme vigenti, una fruizione alle persone (ora non consentita perché di proprietà privata).
A tale scopo, al fine di perseguire suddette finalità e stabilire un valore a suddette aree, é stata chiesta una perizia di stima all’Agenzia del Territorio, perizia consegnata a fine giugno 2018. La perizia stabiliva un valore di 420.000 euro. A bilancio è stata aggiunta l’IVA per un totale di 512.000 euro. Nel 2019 e 2020 sono intervenuti contenziosi della proprietà con Ravenna Entrate e il Consorzio di Bonifica per IMU e tassa consortile, per cui al momento non è possibile intraprendere interlocuzioni con la proprietà”.
Avvicinandosi la fine del mandato elettorale 2016-2021, il 28 giugno 2021 ci assicurammo che l’impegno fosse mantenuto, constatando che, per un importo di 514.000 euro, l’acquisto dell’area era compreso tra gli “Interventi previsti sui Lidi sud”.
Il colosso immobiliare acquista Ortazzo
Da allora, passate le elezioni di ottobre 2021, la nuova Giunta de Pascale ha tenuto totalmente all’oscuro il Consiglio comunale sul seguito della vicenda. Non c’è stata una riga di scritto su nessun atto, tra le migliaia che sono stati pubblicati dall’Amministrazione, che ne abbia riferito alcunché. Nessuno poteva immaginare che, messa in vendita l’area dalla vecchia proprietà, il Comune di Ravenna non avrebbe provveduto non solo ad acquistarla, ma neppure a sostenere il Parco del Delta del Po (la cui presidente, ravennate, è stata indicata dal Comune stesso) perché l’acquisisse.
Certo che lì non si può costruire niente, ma, essendo arduo immaginare che un privato del settore immobiliare abbia speso mezzo milione per vocazione naturalistica, ciò può significare, come abbiamo sempre temuto, che gatta ci cova. Ad esempio, lottizzando altrove in cambio della possibilità di accesso e di uso pubblico alle aree pregiate, altrimenti purtroppo impediti, a costo che permanga il diffuso degrado. Faremo attenta guardia. Ma ciò non ci esime dal chiedere al sindaco come spiega a tutt’oggi il malfatto