Bambini, siete pronti per un risveglio tra giochi, calze colme di dolciumi e, per chi ha fatto il birichino, anche di un po’ di carbone? Ebbene sì, si avvicina l’Epifania, che come dice il detto “ogni festa porta via” poiché chiude il ciclo delle ricorrenze natalizie, con l’augurio di proseguire il nuovo anno nel migliore dei modi. Tutti i piccoli ben sanno che una vecchietta buona, a bordo della sua scopa volante, farà il giro del mondo lasciando doni a grandi e piccoli. Ma com’è nata questa divertente ricorrenza così tanto attesa da tutti? Scopriamolo insieme attraverso le 10 curiosità sull’Epifania.
Secondo la leggenda Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, meglio conosciuti come i Re Magi, incontrarono una vecchietta lungo il cammino verso Gesù Bambino, alla quale proposero di unirsi a loro per continuare il viaggio insieme. Ella inizialmente rifiutò, ma poi se ne pentì e si mise alla ricerca dei Re Magi, che non riuscì più a trovare e allora decise di portare dolci a tutti i bambini, con la speranza di incontrare Gesù.
Il mondo cattolico festeggia l’Epifania il 6 gennaio perché segue il calendario gregoriano. Ma, nello stesso giorno, ricorre il Natale Ortodosso, che segue il calendario giuliano. Ciò li porta a festeggiare questa ricorrenza qualche settimana dopo, che spesso cade nell’ultima settimana di gennaio.
Nello stesso giorno dell’Epifania ricorrono anche altri 3 avvenimenti importanti legati alla vita di Gesù, quali l’arrivo dei Re Magi, il battesimo nel fiume Giordano quando aveva 30 anni e, infine, il primo miracolo che compì durante le Nozze di Cana, dove trasformò l’acqua in vino.
Proprio così. Secondo la tradizione la figura della befana, la dolce vecchietta con le scarpe rotte, ha origini che risalgono al 15° secolo, ed è proveniente dal Sud Italia.
In Spagna la tradizione vuole che i bambini prima di andare a nanna riempiano le scarpe con grano o paglia e le appendano all’esterno delle loro abitazioni, così da sfamare i cammelli dei Re Magi stanchi e affamati per il lungo viaggio. Il giorno dopo i bambini troveranno all’interno tanti dolciumi e regalini
Come detto la Befana ha origini italiane ma, ovviamente, ogni regione ha le proprie leggende che vengono tramandate di generazione in generazione. Si narra che in Emilia Romagna le mura delle abitazioni diventino di ricotta, in Abruzzo e in Molise c’è la possibilità di parlare con gli animali, senza però rivelare ciò che viene detto; in Sardegna si cucina un dolce tipico nei cui ingredienti sono presenti un cece, una fava e un fagiolo e colui che capiterà la fetta contenente uno di questi tre legumi, avrà la fortuna di avere un’annata d’oro.
I bambini bavaresi fervono per i preparativi legati alla notte dell’Epifania. C’è l’usanza lì, infatti, di segnare sulle porte delle case l’acronimo delle iniziali dei nomi dei magi, KMB, per fare in modo che essi trovino la strada giusta per lasciare i dolciumi ai bambini.
Il detto è molto famoso e si sa che questa giornata pone fine alle festività natalizie e i bambini devono già iniziare a preparare gli zainetti per ricominciare la scuola. Ma perché l’Epifania è legata al Natale, a parte che per l’arrivo dei Re Magi? Scientificamente parlando, questo giorno è influenzato dalle fasi lunari e quindi, il 12esimo giorno dopo il Natale, che appunto coincide con l’Epifania, è molto particolare per la luna che si manifesta nella sua più totale completezza.
Di sicuro tutte le cuoche e le azdore messicane hanno già acquistato tutti i prodotti per preparare il dolce tipico di questa festività: la “Rosca de Reyes”. Ormai è una tradizione consolidata nel tempo, ma vi è un‘unica accortezza, cioè bisogna obbligatoriamente mangiarla entro l’intera giornata dell’Epifania, altrimenti la vecchietta buona che porta doni si trasformerà in una malefica strega che scaglierà maledizioni in quella casa!
La leggenda narra che la Befana, come anche il tanto amato Babbo Natale, si cali giù dal camino e lasci doni e dolciumi ai bambini. Per coloro che hanno fatto i monelli durante l’anno, però, non è previsto un dono, ma il carbone, segno del fatto che la Befana sa come ci si è comportati durante l’anno. Per non lasciare proprio niente, ella prende ciò che trova in giro e scendendo dal camino, afferra una manciata di carbone, riponendolo nella calza del bimbo impertinente.
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