«Un volantino per convivere con i pavoni a Punta Marina? Non basta. Servono azioni concrete»

La lettrice E. V. ha ricevuto un volantino del Comune e associazione Clama, che spiega di non dar da mangiare agli animali e non infastidirli. «Tentativo di demandare al singolo cittadino responsabilità che spetterebbero a questa amministrazione e all’associazione»

pavoni
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La lettera di una lettrice di Più Notizie, giunta nei primi giorni della stagione estiva, riporta l’attenzione sulla questione dei pavoni a Punta Marina. Qualche mese fa Comune di Ravenna e associazione Clama stavano raggiugendo un accordo per mantenere i pavoni nella località costiera, con un progetto di informazione ai cittadini. Oggi, sembra che l’accordo sia stato raggiunto, ma che il progetto consista in un volantino.

«Qualche giorno fa mi sono ritrovata nella cassetta della posta un volantino con il logo del Comune e dell’Associazione CLAMA che invitava la cittadinanza a non alimentare i pavoni, presenza costante nel litorale di Punta Marina, né a infastidirli né maltrattarli, reati questi ultimi, recita il volantino, che possono essere perseguiti penalmente», scrive E. V.

«Seppure condivisibilissime – continua – le indicazioni del volantino, perché nessun tipo di animale deve essere maltrattato né infastidito, vorrei porre l’attenzione su alcuni aspetti, non di secondaria importanza, che forse la nostra amministrazione e la stessa associazione sopraccitata ignorano o non vogliono affrontare».

Il paupulo del pavone: presente giorno e notte

«Mi riferisco in particolare al continuo e incessante sonoro verso (paupulo) che emettono per segnalare la loro presenza non solo nelle ore diurne, ma in particolar modo nelle ore notturne e qualche ora prima del sorgere del sole. Ore che sarebbero dedicate al giusto riposo per chi si trova poi a dover affrontare una giornata lavorativa ma che viene inesorabilmente interrotto dal continuo paupulare proveniente molto spesso dai pavoni accovacciati sui rami dei pini a pochi metri dalle proprie abitazioni».

«Ora, si trattasse di pochi esemplari si potrebbe anche chiudere un occhio, o forse sarebbe più appropriato dire le orecchie, ma non è così perché gli esemplari sono numerosi e il paupulo di un esemplare richiama poi quello di tanti altri sparsi sui tetti di alcune case o sui rami dei pini presenti nel centro del paese», continua.

I danni alle automobili

«Non sono nemmeno da sottovalutare – continua – i danni arrecati alle automobili in sosta perché i pavoni, soprattutto di sesso maschile, vedendo la propria immagine riflessa sulle portiere delle auto non esitano ad aggredire con il becco, immaginando di avere di fronte un rivale. Lasciano così un’ammaccatura sulle stesse portiere di cui se ne deve far carico il proprietario».

L’appello al Comune e all’associazione Clama: «Esiste un piano di censimento e contenimento della popolazione?»

«Mi chiedo quali siano realmente le azioni concrete intraprese da questa amministrazione e dalla stessa associazione per contenere questo fenomeno che sta assumendo proporzioni critiche. Non credo che un volantino o, come citato da alcuni vecchi articoli di un quotidiano locale, la cartellonistica che invita la cittadinanza a non alimentare i pavoni e a convivere con gli stessi, sia l’unica soluzione e la più idonea per contenere il fenomeno», ribadisce.

«Lo vedo piuttosto come il consueto tentativo di demandare al singolo cittadino responsabilità che spetterebbero a questa amministrazione e all’associazione promotrici, come recita anche il volantino, di questo progetto sperimentale di convivenza. Mi chiedo se, all’interno, di questo progetto è previsto un censimento e un piano di contenimento della popolazione di questi pavoni e come viene attuato perché, se previsto, andrebbe maggiormente attenzionato dal momento che di esemplari se ne vedono numerosi di anno in anno», prosegue.

«Non è sufficiente un volantino, servono azioni concrete»

«In ultimo, vorrei aggiungere che questo progetto, come tutti i progetti sperimentali, dovrebbe avere anche una fine e portare ad un risultato, obiettivo stesso di un qualsiasi progetto sperimentale. Se l’obiettivo è quello di riuscire a far convivere i residenti del litorale con i pavoni, raggiungendo un equilibrio che non arrechi disturbo ai pavoni stessi né tantomeno ai residenti, credo che non sia sufficiente distribuire dei volantini senza intraprendere seriamente e consapevolmente azioni concrete».

«Fino a quando ciò non verrà perseguito non credo sia da biasimare chi, con un semplice manico di scopa o semplicemente con un richiamo vocale cerca di allontanarli dal loro giardino o dalla propria auto. Credo piuttosto che chi pensa che il problema sia solo l’alimentazione offerta ai pavoni non ha preso in seria considerazione tutti gli altri aspetti che questo “progetto sperimentale” manifesta (disturbo sonoro, danni fisici alle auto in sosta, deiezioni sparse anche all’interno dei cortili di proprietà oltre che sui marciapiedi e strade)».

«Pertanto – conclude E. V. – se i promotori di questo progetto sono impossibilitati a trascorrere un periodo minimo di una settimana in un’unità abitativa delle vie centrali del litorale di Punta Marina, per rendersi conto di persona di tutti quegli aspetti da loro sottovalutati volutamente o involontariamente, mi permetto di suggerire loro di non ignorare o sottovalutare le criticità sopra esposte e di prendere seriamente in considerazione misure idonee da adottare affinché questa convivenza imposta non arrechi disturbo ai pavoni né tantomeno ai residenti».

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