Valanzuolo e Nicolosi venerdì a Faenza, per concerto-spettacolo in omaggio alle vittime della Shoah

Lo spettacolo “La musica miracolosa. Storia del pianista del Ghetto di Varsavia” venerdì in scena a Faenza

In occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio 2023 alle 21 nell’Auditorium Palazzo Studi di Faenza, Emilia Romagna Festival in collaborazione con la Scuola comunale di musica Giuseppe Sarti, presenta “La musica miracolosa. Storia del pianista del Ghetto di Varsavia” un singolare concerto-spettacolo per commemorare le vittime della Shoah con protagonisti il critico musicale Stefano Valanzuolo autore del testo e voce narrante, e il grande pianista siciliano Francesco Nicolosi.

 

Lo spettacolo racconta la storia e leggenda del compositore e pianista polacco di origine ebraica Wladyslaw Szpilman rinchiuso, durante la Seconda guerra mondiale, nel ghetto di Varsavia e che ebbe salva la vita grazie al rapporto intellettuale che instaurò con un ufficiale nazista appassionato di pianoforte e in particolare di Chopin. La storia, tratta dall’autobiografia di Szpilman, fu portata sugli schermi dal regista Roman Polanski nel film “Il pianista”, con Adrien Brody, che vinse ben quattro premi Oscar oltre alla Palma d’Oro a Cannes.

 

Nell’evento proposto a Faenza, la straordinaria vicenda dell’artista polacco narrata da Valanzuolo sarà accompagnata dal pianista Francesco Nicolosi, che intervalla il racconto con pagine di Debussy, Wagner nella trascrizione di Liszt, Chopin, Rachmaninov e dello stesso Szpilman.

 

Stefano Valanzuolo, oltre a critico musicale e conduttore, su Radio3, dei programmi Suite e WikiMusic, è direttore responsabile della rivista di spettacolo Live-Performing&Arts e collabora con il mensile Sistema Musica e I Quaderni dell’Associazione Scarlatti. Ha redatto il soggetto e il testo di innumerevoli spettacoli teatrali tra cui “Settembre è nero” e “Il Sogno di Burney” per il Campania teatro festival Italia 2022, “StraTivari” con Iaia Forte e Cristina Donadio, “Qualche estate fa” con Claudia Gerini e Solis String Quartet.

 

Ha firmato nel 2009 la drammaturgia dello spettacolo “Le sorelle Bronte” per l’inaugurazione del Festival del Teatro della Biennale di Venezia con la regia di Davide Livermore. È direttore artistico dell’associazione “Maggio della musica” di Napoli e docente del master in “Management e Comunicazione delle Imprese Culturali” del Conservatorio di Napoli.

 

Allievo di Vincenzo Vitale, Francesco Nicolosi è uno dei massimi esponenti della prestigiosa scuola pianistica napoletana. Vincitore dei primi internazionali più prestigiosi, di Nicolosi il musicologo Paolo Isotta ha scritto: “…va considerato uno dei migliori pianisti viventi, nessuno gli può essere accostato per la luminosità del suono, la capacità di cantare e legare portando a compimento i criteri adottati dal sommo Arturo Benedetti Michelangeli”. Considerato uno dei massimi interpreti della musica di F. Liszt, Francesco Nicolosi è anche docente universitario, è stato titolare della cattedra di ‘Prassi esecutiva e repertorio Pianoforte’ presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli e tiene regolarmente in Italia e all’estero master classe, conferenze, convegni oltre ad essere presidente e membro di giurie di concorsi nazionali e internazionali pianistici e di canto.

 

Dei quattrocentocinquantamila ebrei rinchiusi nel ghetto di Varsavia dai tedeschi, dopo l’invasione del 1939, ne rimasero in vita soltanto ventimila. Tra i sopravvissuti, anche un pianista compositore: si chiamava Wladyslaw Szpilman, detto Wladek. A evitargli la morte sarebbe stato un ufficiale tedesco catapultato dal caso tra le macerie della capitale polacca. Un nemico cioè, un carnefice miracolosamente folgorato da un lampo di umanità e di rispetto verso l’arte e la musica. Quasi uno spiraglio di luce in mezzo all’inferno. A salvare la vita a Szpilman non fu semplicemente quell’ufficiale, ma anche la tenacia stessa con la quale il pianista seppe non arrendersi, la sua forza di volontà, il desiderio incorruttibile di vivere – lui, unico superstite della propria famiglia – fosse anche per continuare a suonare. Perché suonare, in fondo, è un modo gentile di vivere. Se non ci fosse stato un film di Roman Polanski, bellissimo e pluripremiato, a ridarle qualche anno fa giusta visibilità, oggi la figura di Szpilman, musicista polacco morto nel 2000, sarebbe forse sbiadita, dolorosamente confusa – cioè – tra quelle di uomini e donne macinati dalla barbarie nazista; precipitata per sempre nell’oblio, celata agli occhi del mondo al pari di troppe altre tragedie senza nome. Lo spettacolo “La musica miracolosa” racconta la storia possibile di un uomo sopravvissuto all’orrore grazie al suo amore grande per la musica, per il pianoforte, per Chopin. In una parola: per la vita.

Francesco Nicolosi Laureatosi giovanissimo con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini della sua città, Francesco Nicolosi parte all’età di diciassette anni da Catania alla volta di Napoli dove incontra Vincenzo Vitale, riconosciuto didatta tra i più illustri della tradizione pianistica italiana. Ben presto ne diventa uno dei migliori allievi tanto da essere considerato a tutt’oggi uno dei massimi esponenti della scuola pianistica partenopea. Il 1980 è un anno importante con due Premi che segneranno il suo destino artistico: quello al Concorso Pianistico Internazionale di Santander e ‐ soprattutto ‐ la vittoria al Concorso Internazionale d’Esecuzione Musicale di Ginevra che dà inizio a una carriera internazionale che lo consacra come uno dei pianisti più interessanti della sua generazione. Si è esibito nelle più importanti sale da concerto del mondo, dalla Queen Elizabeth Hall alla Wigmore Hall di Londra, dalla Victoria Hall di Ginevra alla Radio Nacional di Madrid, e ancora la Salle Gaveau di Parigi, il Teatro alla Scala e la Sala Verdi di Milano, il Teatro dell’Opera e l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il Teatro di San Carlo di Napoli, l’Herkulessaal di Monaco, la Brahmssaal di Vienna, etc.

 

Oltre che in tutta Europa ha effettuato tournée in Islanda, Russia, Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Singapore, Giappone e Cina ed è stato ospite dei più esclusivi festival quali: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Rossini Opera Festival, Ravenna Festival, Festival di Ravello, Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, Estate Musicale Sorrentina, Taormina Teatro Musica, Settimane Musicali di Stresa, Settembre Musica di Torino, Mittelfest, Weimar Kunstfest, Budapest Liszt Festival, Emilia Romagna Festival, Festival Ljubjana, Vilnius Piano Festival e molti altri. Dal 1990 incide stabilmente per le etichette Nuova Era, Naxos e Marco Polo. Su di lui ha scritto l’autorevole critico e musicologo Paolo Isotta: (…) bisogna riconoscere che nessuno oggi gli può essere accostato per la luminosità del suono, la capacità di cantare e legare (…) egli va considerato uno dei migliori pianisti viventi (…) il sommo Arturo Benedetti Michelangeli eseguì musica del Settecento ispirandosi agli stessi criteri di massima adottati dal Nicolosi ma forse non con altrettanta lucidità e coerenza. Nicolosi porta a compimento ciò che Benedetti Michelangeli annuncia. È stato insignito di prestigiosi premi nazionali ed internazionali: il ‘Bellini d’oro’ nel 1994 (unico pianista a ricevere questo prestigioso premio conferito in passato ad artisti come Maria Callas, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti), il ‘Japan Chubu University Award’ nel 1996 e nel 2001, il Premio ‘Ara di Giove’ nel 2004, il Premio ‘Aci Castello Riviera dei Ciclopi’ nel 2008, il Premio ‘Note nell’Olimpo’ a Bari nel 2012, il Premio alla carriera ‘Domenico Danzuso’ a Catania nel 2012, il Premio ‘Cosimo Fanzago’ a Napoli nel 2013, il Premio ‘Sergej Rachmaninov International Award’ a Mosca nel 2017 e il Premio Golia nel 2021 ancora a Napoli. Docente universitario, è stato titolare della cattedra di ‘Prassi esecutiva e repertorio Pianoforte’ presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli. Tiene regolarmente in Italia e all’estero master classe, conferenze, convegni oltre ad essere presidente e membro di giurie di concorsi nazionali e internazionali pianistici e di canto.

 

Stefano Valanzuolo Dal 1989 è critico musicale del quotidiano Il Mattino. Da anni è presente su Radio3 con i programmi Radio3 Suite e WikiMusic. Collabora con il mensile Sistema Musica e con “I quaderni dell’Associazione Scarlatti” (Libreria Musicale Italiana). Dal 2020 è direttore responsabile della rivista di spettacolo Live – Performing & Arts. È autore di soggetto e libretto delle opere “Il bullo in maschera”, musica di Federico Gon (Teatro Coccia di Novara, 2022) e “Tutto in una notte” (Teatro Coccia, 2021). Nel 2021, su commissione dell’Emilia Romagna Festival, scrive “Il lupo e Pierino”, riproposizione moderna del “Pierino e il lupo” di Prokof’ev. Collabora col compositore Carlo Galante come librettista dell’opera “Il labbro della lady” e del melologo “Il convitato delle ultime feste”. È autore di soggetto e drammaturgia di “Alienati” (2020), opera smart working prodotta dalla Fondazione Teatro Coccia. Sue sono ideazione e sceneggiatura della fiction “3 voci di dentro”, prodotta dal Teatro Pergolesi – Jesi, disponibile su RaiPlay.

 

È autore di soggetto e testo degli spettacoli teatrali: “Settembre è nero” e “Il sogno di Burney” (Campania Teatro Festival Italia 2022); “Father and Son” (CTFI 2021, Teatro Nuovo di Napoli); “Sine Diez” (Maggio della Musica 2021, Napoli); “Ho ucciso i Beatles”, con Sarah Jane Morris, Paolo Cresta e Solis String Quartet (Napoli Teatro Festival Italia 2020, Ravenna Festival, Festival Pergolesi Spontini); “StraTivari”, con Iaia Forte e Cristina Donadio (NTFI 2019; Napoli, Teatro Trianon 2022); “Qualche estate fa”, con Claudia Gerini e Solis String Quartet; “Se Spartak piange…”, con Giovanni Esposito e Quintetto del Teatro di San Carlo (NTFI 2018); “Forse non sarà domani” (NTFI 2017), con Rocco Papaleo; “The Fool on the Hill” (2012), con Michele Riondino, Alessandro Haber, Orchestra “Haydn” di Trento e Bolzano, Filarmonica “Toscanini”. È autore di drammaturgia e testo degli spettacoli: “Cunto di Tristano”, con Vincenzo Pirrotta, musiche di Roberto Molinelli (2015); “Mozart, per gioco” (2015) e “La Russia, forse, non esiste”, con il Quartetto Savinio (2017).

Nel 2009 firma la drammaturgia dello spettacolo “Le sorelle Bronte”, inaugurazione del Festival del Teatro – Biennale di Venezia, regia di Davide Livermore. È Direttore artistico dell’Associazione “Maggio della Musica”, Napoli; fondatore e Direttore del festival MozArt Box al Palazzo Reale di Portici. È stato Direttore artistico dell’Arena Flegrea, a Napoli. Dal 2008 al 2015 è stato Direttore generale e artistico del Ravello Festival. È docente nell’ambito del Master in “Management e Comunicazione delle Imprese Culturali” del Conservatorio di Napoli.

 

PROGRAMMA DETTAGLIATO: WWW.EMILIAROMAGNAFESTIVAL.IT

 

Informazioni Biglietti & Abbonamenti https://www.emiliaromagnafestival.it/info-abbonamenti-biglietti-erfteatromasinimusica/

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