Una mostra immersiva sulle grotte al Museo Malmerendi di Faenza

Si apre il 2 aprile al Museo Civico di scienze naturali. Le installazioni multisensoriali fanno toccare con mano vita, forme, rumori ed emozioni del paesaggio sotterraneo dei gessi bolognesi.

mostra grotte
mostra grotte

La mostra “Gutta Cavat Lapidem – Natura, cultura e storia delle grotte bolognesi” si inaugura domenica 2 aprile alle ore 16, al Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza. “La goccia scava la roccia” è l’esortazione che dà il titolo a questa esposizione inclusiva curata dal Centro Italiano di Documentazione Speleologica “Franco Anelli” della Società Speleologica italiana e dal Museo Tolomeo – Istituito dei Ciechi “Francesco Cavazza”, che insieme hanno creato un allestimento sensoriale originale e innovativo, fruibile anche da persone ipovedenti e non vedenti.

Le installazioni immersive e multisensoriali fanno toccare con mano ai visitatori la vita, le forme, i rumori e le emozioni offerte dal paesaggio sotterraneo dei gessi bolognesi, rivelando al contempo l’essenza dell’attività dello speleologo che osserva, indaga e attraversa gli spazi ipogei scavati dalle acque, scoprendo e scrivendo la storia di territori sconosciuti e invisibili ai più.

L’intero percorso espositivo, che comprende pannelli con testi e immagini, il plastico tridimensionale dell’area del Parco dei Gessi bolognesi, rocce da toccare, il libro carsico da esplorare e la riproduzione di un tratto della grotta della Spipola da percorrere con luce e caschetto per ascoltare tutti i possibili rumori percepibili nelle grotte, regala ai visitatori una serie di esperienze sensoriali e cognitive inedite ed entusiasmanti.

La mostra, esposta per la prima volta nel settembre 2021 al Museo “Giovanni Capellini” dell’Ateneo di Bologna, è stata ideata per celebrare i 150 anni dalla scoperta della grotta del Farneto, avvenuta nell’ottobre del 1871 da parte di Francesco Orsoni, che diede avvio alle esplorazioni e alle ricerche scientifiche delle grotte nei gessi bolognesi, un patrimonio naturale e culturale che oggi, assieme alle altre aree gessose della regione, è candidato a diventare sito UNESCO, come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

 «La Società Speleologica Italiana è orgogliosa e felice di portare questo entusiasmante progetto anche qui a Faenza, e presto in altre città Italiane. A Bologna ha ottenuto in pochi mesi un grande successo di pubblico, con quasi 13.000 visitatori e richieste di laboratori e approfondimenti da parte di scolaresche e famiglie – spiega Sergio Orsini, Presidente della Società Speleologica Italiana – Un successo ottenuto grazie all’impegno, alla capacità e al coinvolgimento di un ampio gruppo di specialisti con competenze e ruoli differenti che, lavorando in sinergia, sono riusciti a rendere sensibile un’esperienza normalmente lontana dalla quotidianità, non solo portando in città un ambiente legato alla natura più selvaggia come quello delle grotte,  ma proponendolo nel modo più inclusivo e concreto possibile».

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