18 Set 2023 15:43 - Cronaca
Un vicolo di borgo San Biagio intitolato a Antonio Rocchi
Le targhe installate sono in mosaico bizantino ravennate di smalto vetroso e materiale lapideo su supporti in terracotta realizzate nel Laboratorio dell’Associazione Dis-ORDINE
di Redazione
Questa mattina il vicesindaco Eugenio Fusignani è intervenuto alla cerimonia di intitolazione all’artista Antonio Rocchi di un vicolo del borgo San Biagio che congiunge via Portone con via Rampina, con lo scoprimento delle targhe dedicate.
«Sono fiero di questa intitolazione – ha affermato Fusignani – che peraltro avviene nelle vicinanze dell’abitazione del nostro illustre concittadino che, oltre ad essere un mosaicista di valore e tra i fondatori dell’Accademia di Ravenna, partecipò da mazziniano alla lotta di liberazione combattendo nella 14^ Compagnia Mazzini della 28^ Brigata Garibaldi. Questa intitolazione è quindi un omaggio alla sua vita e alle sue opere, diffuse in Italia e all’estero. Sono certo che avrebbe molto apprezzato l’intitolazione di un vicolo perché nonostante il valore e il talento, anzi forse proprio per questo, era una persona umile, così come sarebbe stato felice che uno dei due lati del vicolo guardi a un melograno, pianta vicina al senso del mosaico e allo spirito di comunità per l’aggregazione individuale dei chicchi a comporre un unico frutto. La vicinanza al melograno non sarebbe passata inosservata al talento artistico, allo studio della simbologia e al libero pensiero di Rocchi. Allo stesso modo sarebbe stato felice che a scoprire le targhe siano state delle giovani studentesse. Questa intitolazione rappresenta il primo passo verso la realizzazione di un museo a cielo aperto dedicato a Rocchi così come auspicato dall’associazione Dis-ordine e sostenuto dall’amministrazione comunale».
Le targhe installate sono in mosaico bizantino ravennate di smalto vetroso e materiale lapideo su supporti in terracotta realizzate nel Laboratorio dell’Associazione Dis-ORDINE dalle mosaiciste Sofia Laghi, Marianna Luordo, Isabella Merendi e Francesca Sansavini con il coordinamento di Elena Pagani e Marcello Landi, il supporto tecnico di Edoardo Missiroli e il contributo dei maestri scultori Mirta Morigi e Mauro Bartolotti.