Un crowdfunding per ricostruire il Wakepark di Milano Marittima

L’alluvione ha seriamente danneggiato la struttura provocando diverse decine di migliaia di euro di danni

C’è chi attende con pazienza e rassegnazione gli “aiuti di Stato” e chi, invece, confidando in una platea di clienti da sempre fidelizzata come il Wakepark cerca di rialzarsi dalla catastrofe dell’alluvione attraverso iniziative private. 

E così, al grido di “riportiamo a galla il “Wakepark”, i gestori della storica struttura polivalente sulla Statale Adriatica all’altezza di Milano Marittima, hanno deciso di avviare una raccolta fondi per racimolare almeno 25mila euro, una cifra considerevole ma assai più bassa della stima effettiva dei danni periziata dai tecnici. 

Attraverso il portale “Gofundme”, che utilizza il sistema del crowdfunding (finanziamento collettivo) per raccogliere risorse economiche finalizzate ad un progetto solidale, i gestori del Wakepark hanno già raccolto 46 donazioni per una cifra provvisoria di 2.390 euro. 

Il “Wakepark” di Milano Marittima

Un grande parco dedicato al mondo del wakeboard creato nel 2011 da alcuni giovani ragazzi appassionati di questa disciplina che in Italia vanta tanti praticanti, ma ben poche strutture (quando aprì il “Wakepark” era il primo parco dedicato agli sport su tavola della Romagna). 

Negli anni, la struttura di Milano Marittima è diventata un punto di riferimento per la disciplina tanto che, al suo interno, si sono formati atleti e sono nate associazioni dilettantistiche sportive che hanno contribuito a diffondere l’amore per questo sport nella nostra regione. 

Oggi il “Wakepark” di Milano Marittima annovera centinaia di tesserati che, nei mesi più caldi dell’anno, qui si ritrovano per condividere la comune passione per questo sport all’insegna del divertimento e del benessere psico-fisico.

L’alluvione, però, che ha seriamente danneggiato la struttura provocando diverse decine di migliaia di euro di danni, rischia di interrompere questo sogno privando centinaia di appassionati della loro “casa naturale”. 

Per questo, prima ancora di attendere ristori e risarcimenti, si è levato in questi giorni l’appello accorato dei gestori: “Aiutateci a far riemergere questo spazio ricreativo e ci ritroveremo di nuovo, speriamo prima possibile, a smezzarci una birretta e a raccontarci cavolate tra un ‘trick’ e un altro. Noi ci stiamo dando dentro ma, in questo momento, abbiamo bisogno di Voi”.

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