Uffici IAT Ravenna, scontro in consiglio comunale. La maggioranza ‘boccia’ la commissione d’inchiesta

Bocciata la richiesta di commissione di inchiesta dell'opposizione sulla vicenda IAT a Ravenna.

Com’era nelle aspettative, vista la contrarietà della maggioranza, la proposta dell’opposizione di istituire una commissione d’indagine sull’affidamento degli uffici IAT è stata bocciata oggi pomeriggio in consiglio comunale a Ravenna. Con 21 voti contrari e 5 favorevoli, la delibera presentata da La Pigna, insieme a Fratelli d’Italia, Viva Ravenna e Lega non è stata approvata. Piuttosto acceso il dibattito e senza esclusione di colpi, con uno scambio di forti accuse da entrambe le parti, su una questione ancora calda. D’altra parte, mai prima di oggi era stata proposta una commissione all’interno del consiglio comunale relativa a un bando comunale.

La prima a prendere la parola è stata la rappresentante del gruppo La Pigna, Veronica Verlicchi, che ha ricapitolato la questione della procedura di gara per l’affidamento dei servizi turistici del Comune, tornato a Ravenna Incoming dopo la sentenza del Tar che di fatto ha annullato l’assegnazione alla cooperativa Cristoforo. La Verlicchi ritiene fondamentale realizzare una commissione di indagine per offrire ai cittadini chiarezza e trasparenza relativamente al caso e alle procedure che avevano portato alla scelta iniziale della Cooperativa Cristoforo. «Un’opportunità – specifica la Verlicchi – per tutti di fare luce sulla faccenda e per voi, maggioranza, di dimostrare di aver fatto tutto in piena trasparenza, sarebbe interesse di un’amministrazione avveduta di far chiarezza senza la necessità che venga chiesto dall’opposizione».

Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia ha proseguito nell’esposizione, specificando i dettagli della partecipazione al bando da parte di Ravenna Incoming e della cooperativa Cristoforo e delle successive decisioni da parte del Tar che hanno anche condotto a un peggioramento delle condizioni per il Comune di Ravenna dato che, le condizioni vigenti – al momento – sono quelle di tre anni fa. «L’obiettivo della realizzazione di una commissione di indagine è di fugare qualunque dubbio sulla vicenda, non vedo alcun motivo di rifiutare», evidenzia.

Prima a controbattere la tesi dell’opposizione è la consigliera Cinzia Valbonesi del PD che presenta il suo dissenso sulla necessità di effettuare ulteriori indagini quando è stata già presentata una sentenza del Tar subito accolta. «Sarebbe un attacco nei confronti del Tar stesso e dei tecnici che si sono occupati del bando, confermandone la regolarità amministrativa – afferma –. Se ci sono altre perplessità diverse da quelle amministrative non competono a una commissione d’indagine ma eventualmente alla Procura».

Il consigliere Nicola Grandi di Viva Ravenna ha ribadito, al contrario, che non ci sia nulla di male a realizzare una commissione di indagine al riguardo. «Se n’era già parlato fra i capigruppo – ricorda –, soprattutto per approfondire alcuni comportamenti anomali che sono stati notati. Andiamo a fondo a questa cosa e dimostriamo a tutti che tutto è avvenuto con la massima trasparenza.  Non c’è motivo di scandalizzarsi per questa richiesta che fa parte del nostro statuto»

Ad accendere notevolmente i toni della discussione, il consigliere Renato Esposito di Fratelli d’Italia che, dopo aver ricordato l’importanza di una commissione d’inchiesta senza per questo nulla togliere alla decisione del TAR, ha lanciato un affondo: «Basta con l’abitudine dell’amministrazione di premiare e tutelare i sistemi cooperativi».

Un’accusa che ha scatenato una veemente reazione dell’assessore Giacomo Costantini che ha poi tenuto a ristabilire l’ordine. «È del tutto inutile continuare a insinuare dubbi che sono già stati sfatati e cercare chiarezza su argomenti di cui si è già discusso e su cui il Tar ha dato sentenza. Sentenza che il Comune non ha rigettato».

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