Una tovaglia di ricamo bizantino per l’altare della Basilica di San Vitale

Il 22 novembre nel refettorio di San Vitale è stato presentato il progetto della donazione dell'opera realizzata da Marisa Barboni

Il 22 novembre nel refettorio dell’ex monastero bizantino di San Vitale, è stato presentato il progetto di donare alla sacra mensa della basilica di San Vitale un’opera d’arte di ricamo bizantino. La tovaglia di ricamo bizantino è stata confezionata dall’artista Marisa Barboni, traendo il motivo da una transenna dell’antica chiesa, ora contenuta nel Museo Nazionale.

L’evento patrocinato dalla direttrice del museo nazionale dottoressa Serena Ciliani, è stato presieduto dal CIF (Centro italiano femminile), portavoce e donatore di questa preziosa opera dell’ars bizantina, “un opera d’arte non è materia è qualcosa che eleva l’animo”(parole del papa Benedetto XVI), nato come attività di promozione sociale.

La dottoressa Ciliani spiega l’ars bizantina

«L’inizio dell’ars bizantina – spiega Ciliani – si colloca negli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale. Le sorelle Poggiali fondano una scuola di ricamo e chiedono ed ottengono la collaborazione della ditta Canetta di Milano. Da questo scambio proficuo di esperienze diverse sorge l’idea di una nuova forma di ricamo che prenda ispirazione dal patrimonio monumentale ravennate. incontrando sempre più il favore del pubblico femminile, inviando i lavori a mostre nazionali sull’artigianato e così arrivando ad ordinativi importanti da famiglie facoltose ed enti pubblici».

«Con lo scoppio della seconda guerra mondiale – continua -, la scuola chiude per riaprire nel 1947 per merito delle sorelle Poggiali e da qui si diffonde fra enti e privati che ne intraprendono la lavorazione ed insegnamento, fra questi Alberta Pironi , rinomata ricamatrice ed allieva della scuola di ricamo della gioventù femminile presso la chiesa di Santa Maria Maggiore a Ravenna. Nel 1987 il CIF di Ravenna decide di promuovere il rilancio della Byzantina Ars , organizzando conferenze e mostre e un corso di insegnamento. Recentemente ha confezionato la mitra per papa Francesco».

La professoressa Fiori spiega l’iconografia della tovaglia nei mosaici ravennati

La professoressa Emanuela Fiori, storica dell’arte è intervenuta facendo un excursus sull’iconografia della tovaglia nei mosaici ravennati. «La tovaglia -ha spiegato Fiori – è una suppellettile sacra posta sopra una mensa , luogo centrale degli antichi edifici di culto. Nell’ultima cena nella basilica di San Apollinare Nuovo nelle rappresentazioni cristologiche di ambito teodoriciano appare la tovaglia panneggiata con decorazione a clavi di colore grigio e nero».

«Nella basilica di San Vitale – continua – consacrata nel 547 ,nella lunetta di Abele con tunica che offre l’agnello e il sacrificio di Melchisedek, re di Salem, sacerdote di Dio, si ha una tovaglia bianca con decorazione a clavi purpurei e stella dorata a 8 punte e sotto un’altra con i colori invertiti e con prospettiva deviata per cui si notano due colonne portanti della mensa e non sei. Dall’altra parte la mensa di Abramo è lignea . Nella basilica di San Apollinare in Classe consacrata nel 549 si ha una rappresentazione del VI –VII secolo inoltrato con una mensa in cui non si vede l’altare ma solo la tovaglia sempre con stella, clavi e le offerte del calice con decorazioni riprese del ricamo bizantino. Il ricamo bizantino riprende gli elementi più vicini all’occhio come gli ornati delle transenne».

Don Lorenzo Rossini racconta il culto dell’altare

Don Lorenzo Rossini, direttore dei beni diocesani di Ravenna aggiunge un’accurata descrizione della nascita nel culto cristiano dell’altare, espressione della comunità e convivialità «L’altare cristiano non è un ara sacra per sacrifici pagani, ma rappresenta la cena del Signore. Le prime comunità cristiane celebrano il culto con l’idea del convivio come aveva fatto Gesù Cristo nell’ultima cena . La sua tavola era di legno; dopo l’editto di Costantino le cene si facevano nelle case private, domus ecclesia».

«Con la costruzione delle basiliche – continua Rossini – si costruisce l’altare di pietra , i Cristiani celebrano l’eucarestia sopra le tombe dei santi, ecco perché le reliquie dei santi si trovano dentro o sotto l’altare. In tutta la chiesa solo l’altare ha un rito di dedicazione particolare che prevede l’unzione con il crisma della mensa, olio illuminato da lampade e poi viene bruciato l’incenso e aggiunti fiori alle tovaglie insieme alla croce. La tovaglia non è una questione igienica indica un convivio, sull’altare si fa il convito sacramentale. Il sudario posto su Cristo , pietra angolare su cui si costruisce il tempio».

«La chiesa ha normato – continua – nei secoli cosa mettere nelle tavole, solo lino e canapa bianchi , perché il procedimento per ottenere queste stoffe è faticoso e impegnativo come la Passione di Cristo. La tovaglia non doveva toccare la mensa perché unta , si metteva in mezzo un panno incerato. La tovaglia rappresenta l’offerta della comunità viva alla liturgia, indica il luogo dove la comunità si ritrova a spezzare il pane e offre a Dio il frutto del proprio tempo».

L’ultimo intervento è stato sublimato dalla presidente del CIF nazionale di Roma, la professoressa Renata Micheli, docente presso l’Università Pontificia di Roma, che ha raccontato della sua infanzia nella cittadina arroccata sul Monte Franco a 414 metri , in Umbria, trascorsa presso il convento delle suore cappucciate. Qui le hanno insegnato l’arte del ricamo, come opera del Dio platonico deus ex machina, architetto e costruttore del mondo e ha definito l’altare della basilica di San Vitale, opera fatta per la comunità cristiana con la tovaglia di ricamo bizantino, manufatto realizzato da esperte mani di donna.

Al termine è stata celebrata una cerimonia di benedizione della tovaglia, ricamata in fine ars byzantina, sull’altare di marmo proconnesio della basilica di San Vitale, officiata del vescovo di Ravenna Monsignor Lorenzo Ghizzoni.

Leggi anche: La vasca del Re Goto. Alla scoperta del Mausoleo di Teodorico

A cura di Manuela Guerra. La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale

Dalla stessa categoria