Tagli al Fondo Nazionale per morosità incolpevole. A Ravenna ne beneficiano 5.964 famiglie

Mancata conferma del Fondo nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole. Nel 2021 ne hanno beneficiato 5.964 famiglie ravennati

La mancata conferma, nella legge di stabilità del 2023, del Fondo nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole rischia di produrre effetti molto negativi anche in provincia di Ravenna. Sul territorio ci sono state 5.964 famiglie che, nell’anno 2021, hanno usufruito del fondo, grazie al quale hanno affrontato situazioni economicamente molto difficili.

 

“La scelta del Governo – commenta Alberto Mazzoni, presidente provinciale del Sunia Ravenna – pone ora una questione sociale molto seria e rischia di indebolire ancora di più quei nuclei familiari che si trovano in condizioni di fragilità, ulteriormente aggravate dalla corsa dell’inflazione, con effetti diretti anche sull’ammontare dei canoni di locazione, e di costi energetici sempre più ingenti”.

La scelta del Governo metterà in difficoltà gli inquilini con Isee inferiore a 17mila euro e quei proprietari che hanno ricevuto puntualmente il pagamento del canone grazie a questi provvedimenti. Rischiamo una stagione di conflitto sociale, alimentato dall’impennata degli sfratti per morosità incolpevole, che si riverserà drammaticamente su Regioni e Comuni, privati così degli strumenti per far fronte all’emergenza. La legge 431/98 dispone che il fondo sia gestito dal Ministero delle Infrastrutture e deve essere annualmente integrato dalla legge di Bilancio. L’ultima chance per il Governo e la maggioranza è di riparare a questa gravissima omissione nel maxiemendamento.

 

Se le scelte dell’esecutivo saranno confermate non resta che l’avvio di una mobilitazione che si tramuterà in una richiesta di incontro ai Prefetti affinché adottino misure di interruzione dei termini di tutti gli sfratti per morosità incolpevole. Invitiamo inoltre le amministrazioni comunali a prendere in esame la situazione che si verrà a determinare e si pronuncino anche tramite i consigli comunali sulle pesanti conseguenze sociali che si potrebbero determinare sul territorio.

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