01 Ago 2022 16:44 - Cronaca
Strage di Bologna del 2 agosto 1980. Le vittime ravennati e i sopravvissuti
Una degli eventi più catastrofici degli anni di piombo, i racconti di chi l'ha vissuto
di Manuela De Vivo
L’esplosione avvenuta nella sala d’aspetto della seconda classe causò danni al treno in sosta al binario 1, al tunnel sotto i binari e il crollo dell’ala sud-ovest della stazione. Il bilancio delle vittime fu straziante, si dimostrò essere il più alto in un attentato in Italia, registrando 85 morti e 200 feriti.
I soccorsi iniziarono subito e con essi anche le indagini che presto attestarono la matrice terroristica e che proseguono ancora oggi per far luce sull’attentato e restituire ai familiari delle vittime e all’Italia la verità sulla strage. Negli ultimi quarantadue anni non sono mancate sentenze e incarcerazioni così come i depistaggi delle indagini che sono state portate avanti soprattutto grazie alla tenacia dell’“Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980”.
Nei giorni successivi tra le macerie furono trovati corpi mutilati e feriti così come emersero storie di persone e famiglie rimaste coinvolte. Tra questi anche alcuni ravennati di cui le famiglie ricordano i sogni e le speranze continuando ancora a lottare per la verità sui responsabili e gli effettivi moventi.
Tra le vittime c’erano Antonella Ceci e Leo Luca Marino. Antonella aveva appena conseguito il diploma di perito chimico industriale e di lì a poco avrebbe iniziato a lavorare allo zuccherificio di Classe. Leo Luca, invece, era un immigrato siciliano che era stato assunto alla Cmc di cui divenne socio. I due si erano conosciuti a Ravenna e tra i progetti da realizzare nel breve futuro c’era quello di convolare a nozze. Sabato 2 agosto la giovane coppia si era recata a Bologna per accogliere le sorelle di lui giunte per conoscere la futura sposa e passare qualche giorno di vacanza in riviera. Purtroppo nessuno dei quattro ragazzi arriverà a Ravenna avendo perso la vita nello scoppio della bomba.
Vincenzo Lanconelli, invece, era residente a Bagnacavallo e, dopo essere andato in pensione, aveva deciso di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza a Bologna per conseguire una seconda laurea. La mattina del 2 agosto era alla sala d’attesa della stazione dove aspettava la coincidenza che l’avrebbe portato a un concerto lirico all’Arena di Verona.
Non solo vittime, alcuni sono sopravvissuti e custodiscono un ricordo che difficilmente sbiadirà nel tempo. È il caso della ravennate Anna Busa che, nel 1980, era solita percorrere la tratta Ravenna-Milano per raggiungere il lavoro. La mattina del 2 agosto avrebbe dovuto trovarsi alla stazione di Bologna per tornare a casa dalla propria famiglia ma, per una riunione annullata, è rientrata la sera prima per poter passare con loro qualche giorno al mare. La sua testimonianza è dei giorni successivi, quando ritornando a Milano, ha oltrepassato le macerie immersa in un silenzio innaturale e un odore “acre, misto di polvere e morte”.
Storie di ragazze e di persone che per uno strano caso del destino si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.