19 Ott 2023 10:05 - Cronaca
Sequestrati 325mila euro: avrebbero rivenduto materiale rubato ad un’azienda lughese
Sono 4 le persone indagate, avrebbero effettuato accessi abusivi al sistema aziendale e rubato disegni tecnici e materiale di ricambio. Questi sarebbero poi stati rivenduti sul mercato grazie ad una società "di comodo"
di Redazione
Sono stati preventivamente sequestrati 325mila euro dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, su delega della Procura della Repubblica di Bologna, nei confronti di 4 persone di nazionalità italiana e marocchina. Si tratterebbe di un profitto derivante da reati di accesso abusivo a sistema informatico, furto aggravato ed autoriciclaggio.
Il provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. di Bologna si pone a conclusione di un’articolata attività di indagine innescata da un esposto presentato da un’importante società lughese attiva nella progettazione e produzione di macchine ed impianti automatici per l’estrusione dei tubi e dei profili in plastica.
Le successive indagini svolte dalle Fiamme Gialle ravennati hanno permesso di accertare che alcuni dipendenti (insieme a un familiare) si sarebbero impossessati di oltre mille disegni tecnici di proprietà della società, attraverso accessi abusivi ai sistemi informatici. Sarebbe poi stato avviato un mercato parallelo alimentato da prodotti che ne riproducevano i progetti.
Gli indagati, inoltre, avrebbero proceduto a trafugare anche numerosi pezzi di ricambio che venivano utilizzati per l’assemblaggio degli stessi macchinari.
Per tali motivi, la Procura di Bologna ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari un provvedimento di sequestro preventivo su conti correnti e immobili nella disponibilità degli indagati per 325mila euro. Il tramite per il commercio della merce rubata all’azienda di Lugo sarebbe stato una società di “comodo” di diritto marocchino, da cui deriva la contestazione del reato di autoriciclaggio.
L’operazione delle Fiamme Gialle ravennati conferma i massimi livelli di attenzione prestati dal Corpo nella tutela dei diritti di proprietà industriale e del Made in Italy, la cui violazione arreca una grave alterazione di una leale e sana concorrenza sul mercato, pregiudicando gli interessi di operatori economici onesti e consumatori.
Si sottolinea, infine, che il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.