Scuola. Confesercenti: «Aumento del costo dei libri di testo? Sì, ma va contestualizzato»

«La diffusione di notizie riguardo il costo di libri di testo e cancelleria, in vista dell’inizio del nuovo anno di scuola, crea spesso confusione circa l’interpretazione dei dati. La conseguenza ricade, purtroppo, sui librai e cartolibrai in modo unilaterale. Come Sindacato Librai Confesercenti, intendiamo dare qualche dato per meglio interpretare gli aumenti, dando la parola a Massimo Berdondini, titolare della cartolibreria Alfabeta di Lugo».

Confesercenti commenta i dati sui libri di testo

«Gli aumenti rispetto al 2023 si collocano mediamente attorno al 3%, in un range che va dall’ 1,8% al 3,5%. È sufficiente confrontare il prezzo dei singoli testi presenti nei cataloghi degli editori sia nel 2023 che nel 2024 per riscontrare l’effettivo aumento del prezzo dei libri di testo».

«Purtroppo, come avviene da anni, alcune ricostruzioni con temi allarmistici non rappresentano situazione reale: proviamo a mettere insieme anche i dati relativi agli aumenti della cancelleria, che sono nell’ordine del 4 o 5% (trattasi peraltro di articoli griffati). Ecco che possiamo capire come si sia ben lontani dal 15% di aumento medio rispetto al 2023, dato allarmante che è circolato molto negli ultimi giorni e che non corrisponde alla realtà».

«Ricordiamo come nelle classi di capocorso si spende di più, mentre nelle classi successive molto meno e che sul corredo scolastico incidono le scelte degli acquirenti: ammesso che esistano, non certo in cartolibreria, zaini da 210 euro o diari da 35 euro, articoli inseriti in recenti rilevazioni, non possono essere considerati in un’analisi sugli acquisti medi delle famiglie. Far passare picchi massimi di spesa come medie genera allarmismi esagerati e orienta in maniera sbagliata le scelte d’acquisto. Non va dimenticato anche che articoli come i dizionari svolgono la loro utilità per l’intero ciclo scolastico e non vengono di certo acquistati ogni anno».

Un intervento di Sara Reali, coordinatrice provinciale SIL-Confesercenti.

«L’Istat evidenzia come le spese per l’istruzione rappresentino solo lo 0,9% del totale delle spese annuali delle famiglie italiane e vogliamo porre il dato all’attenzione di tutti, perché ci dispiace e non è giusto che vengano messi alla gogna i librai e cartolibrai, quando si parla di aumenti sulle dotazioni scolastiche».

«Negli anni, più volte siamo intervenuti per spiegare come i librai non fissano i prezzi dei libri e non possono farsi carico di riduzioni o sconti significativi. Per la cancelleria invece ognuno può soddisfare le richieste per ogni fascia di utenti, garantendo prezzi base».

«Come Sindacato ribadiamo che la filiera del libro chiede alle istituzioni di intervenire con sostegni alle famiglie tutto l’anno, non solo in settembre, nel rispetto delle necessità e del diritto al lavoro della categoria che rappresenta: i librai da sempre sono con le famiglie, perché senza acquirenti questi esercizi non avrebbero senso di esistere».

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