Ravenna resiliente e innovativa. Il PNRR per rilanciare storia, tradizione e cultura

Una passeggiata nel concentrico ambiente del Museo Nazionale evoca la grandezza di una città tre volte capitale, un unicum nella storia del nostro territorio.

Il mondo si è lasciato alle spalle una fase di profonda crisi socioeconomica oltre che sanitaria e sta ancora attendendo gli esiti di uno scontro politico-militare che ha portato la guerra in Europa in un conflitto indiretto radicato negli epigono della guerra fredda. Si ha l’impressione di un salto nel passato, ai tempi della cortina di ferro fra il blocco occidentale e orientale. È un’impressione non del tutto sbagliata poiché si tratta di equilibri, di risorse contese e di aree di influenza: il capitalismo dopo la pandemia si è trasformato radicalmente, passando da una fase di forte globalizzazione espansiva a una forma più contenuta e proiettata alla stabilizzazione e mantenimento delle proprie aree di influenza.

 

Questa fase di innovazione e recessione nelle forme e nei contenuti, che può assumere a livello globale aspetti di aggressione militare o di difese oltranziste, si dipana in maniera strategica e razionale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che attinge le sue risorse da due fondi europei di NEXT GENETARION EU. Il PNRR si sviluppa in 16 componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti dalla strategia del governo e tali obiettivi sono raggruppati in 6 missioni fondamentali di cui la prima, “Digitalizzazione, competitività, cultura e turismo”, interessa particolarmente il nostro territorio e soprattutto Ravenna che sopravvive a catastrofi storiche e che ancora testimonia le grandezze del passato.Non dobbiamo dimenticare che Ravenna è stata per tre volte capitale, che proprio nel cuore della nostra città nel V secolo si è consumato l’evento più catastrofico dell’antichità: la caduta di un impero, quello romano, che ha rappresentato la stella polare per oltre mille anni e ha visto la transizione dalla cultura greco-romana alla cultura ellenistico-cristiana.

 

I turisti che apprezzano i nostri monumenti tardo-antichi e che si appassionano alla tecnica del mosaico, raramente si chiedono quali risvolti ebbe la caduta dell’Impero Romano a Ravenna, come una città che ospitava la corte imperiale si vide travolta da eserciti barbarici che ubbidivano a generali eruli o goti che ambivano all’eredità dell’aquila romana.

 

Nulla nella modernità, nemmeno le guerre mondiali, hanno creato un disorientamento come quel 474 anno Domini, quando le insegne imperiali furono inviata da Odoacre a Costantinopoli all’imperatore d’Oriente Zenone.

Nulla impedì a Ravenna di risorgere sotto il regno romano barbarico di Teodorico e infine grazie alla riconquista di Giustiniano di divenire la capitale del tardo antico bizantino, testa di ponte fra Occidente e Oriente. La parola transizione che pronunciamo oggi con un po’ di paura e tanta speranza impallidisce difronte alla catastrofe della Ravenna antica che, riprendendo e versi manzoniani, “cadde, risorse e giacque”.

 

Ravenna con la sua topografia, il suo museo a cielo aperto, le sue atmosfere che cambiano al cambiare delle stagioni, le sue luci soffuse, testimonia la resilienza della storia e della cultura, che si radica nella consapevolezza della relatività della grandezza e nella forza della propria missione di conservazione del proprio passato.

 

Proprio questa dimensione conservativa diviene l’anima della missione del PNRR all’interno della modernizzazione, digitalizzazione e competitività del nostro Paese, dove passato e presente dialogano in modo costruttivo e rilanciano l’unità della memoria.[vc_single_image image=”3420″ img_size=”medium”]

MARIA GRAZIA LENZI

Diplomatasi nel 1978 al Liceo Classico Dante Alighieri di Ravenna, si è laureata in Lingua e Letteratura Latina presso l’Ateneo bolognese nel 1985. Laureatasi anche in Lingue Moderne e Conservazione dei Beni culturali, oltre a inglese, francese e spagnolo, ha approfondito l’arabo con il corso triennale presso l’IsiAO, conseguendo il diploma nel 2009. Quasi contemporaneamente si è dedicata ad un corso di perfezionamento sull’organizzazione della città storica, del territorio e dei loro modelli di rappresentazione presso la Scuola Superiore di Bologna.

Dalla stessa categoria