Da Ravenna a Lampedusa. Muti dirige due concerti dedicati al Mediterraneo e ai migranti

Cuore di "Le vie dell'amicizia" è lo "Stabat Mater" di Giovanni Sollima "Non dirmi che hai paura", lo spettacolo dedicato alla velocista Samia Yusuf Omar, sarà l’8 luglio al Teatro Alighieri

Il Mediterraneo, “mare in mezzo alle terre”, per molti è una speranza che scompare sotto le onde, il sogno di una vita migliore che si fa tragedia infinita. Ravenna Festival dedica al dramma dei migranti la XXVIII edizione de “Le vie dell’Amicizia”. Riccardo Muti dirige i concerti a Ravenna (Pala De André, 7 luglio) e Lampedusa (Teatro naturale della cava, 9 luglio), il cui cuore è lo struggente “Stabat Mater” che Giovanni Sollima ha composto su versi di Filippo Arriva in antico siciliano.

L’anta centrale del trittico dell’Amicizia è lo spettacolo “Non dirmi che hai paura” (Teatro Alighieri, 8 luglio), che porta in scena la storia della velocista somala Samia Yusuf Omar, fra coloro che hanno perso la vita in fuga da guerra, povertà e carestie. Così il progetto Le vie dell’Amicizia, che dal 1997 disegna ponti di fratellanza e promuove il dialogo attraverso il linguaggio universale della musica, ci invita a riflettere sulla storia condivisa del Mediterraneo. 

“Le vie dell’amicizia”

I concerti diretti da Riccardo Muti si apriranno con la composizione elettroacustica Samia suite di Alessandro Baldessari e Claudio Cavallin, commissionata dal Festival. Per lo Stabat Mater, all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e al Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato da Lorenzo Donati si uniranno il controtenore Nicolò Balducci, Lina Gervasi al theremin e lo stesso Sollima. Il violoncello che suonerà, al pari di altri strumenti ad arco in orchestra, è stato realizzato con il legno di barconi – recuperati a Lampedusa – nel carcere di Opera, per iniziativa della Fondazione La Casa dello Spirito e delle Arti che li ha messi a disposizione per l’occasione.

Sull’accordo finale dell’ultimo movimento dello Stabat – “Ninna nanna ò” – si leveranno ninne nanne in idiomi diversi, dal salentino all’ucraino, intonate dalle voci femminili del Coro a Coro di Rachele Andrioli (a Ravenna arricchito da donne della città). È invece alla sola cantante palestinese del gruppo che è affidata la preghiera tradizionale araba dedicata alle madri, dopo la quale il coro chiuderà il concerto con una selezione di “canti migranti”. A Lampedusa, dove l’appuntamento è sostenuto dal Ministero della Cultura e SIAE, sarà coinvolta anche la Banda dell’Associazione culturale musicale Lipadusa, diretta da Gaetano Palmieri.

“Non dirmi che hai paura”

“Sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete (…) ma vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro Paese”: Samia Yusuf Omar non conquista nessun podio alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 – in gara arriva ultima – ma diventa simbolo di riscatto e libertà per le donne di un Paese sempre più dominato dall’integralismo religioso. Giuseppe Catozzella ne ha raccontato la storia nel romanzo vincitore del Premio Strega Giovani nel 2014. Con la supervisione dell’autore e la regia di Laura Ruocco, Non dirmi che hai paura diventa ora un’opera teatrale musicale, una prima assoluta con il patrocinio di CONI e UNHCR.

Le composizioni originali di Alessandro Baldessari si aggiungono musiche di Peter Gabriel e Jill Gabriel, eseguite su licenza di Real World Music Ltd e arrangiate dallo stesso Baldessari. Avvalendosi anche di coreografie di Giulio Benvenuti e testimonianze video (incluse quelle di partecipanti al Programma Olimpico per i Rifugiati), Non dirmi che hai paura restituisce voce a Samia e al suo desiderio di raggiungere l’Europa per continuare ad allenarsi per Londra 2012, un sogno su cui si sono chiuse le acque del Mediterraneo. 

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