Ravenna: al petrolchimico cassa integrazione per 28 lavoratori di Cfs Europe

L'ammortizzatore sociale è stato necessario per gestire la situazione di difficoltà dell'azienda Cfs Europe, a seguito del perdurare della crisi del mercato

Al polo petrolchimico di Ravenna è stata proposta la cassa integrazione per 28 lavoratori della Cfs Europe. Lo hanno anticipato i tre principali sindacati di settore i quali, attraverso una nota congiunta, hanno spiegato che venerdì scorso nella sede ravennate di Confindustria, si sono incontrate le segreterie territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, unitamente alle rsu di stabilimento, con la direzione aziendale di Cfs Europe.

L’incontro si è reso necessario a seguito di altre riunioni dei mesi precedenti ed è stato chiesto dalla direzione dell’azienda per l’attivazione della cassa integrazione guadagni ordinaria.

La crisi del mercato: cassa integrazione per 28 lavoratori. Ecco perché

In particolare è stata proposta l’adozione dell’ammortizzatore sociale per 28 lavoratori, come strumento per gestire la situazione di difficoltà che affronta a seguito del perdurare della crisi del mercato dell’idrochinone e del catecolo. I settori stanno vivendo la crisi a partire dallo scorso luglio quando, in ragione anche degli importanti costi delle materie prime e dell’energia, hanno ridotto la propria produzione.

«Da quanto comunicato dall’azienda, oggi il mercato mostra leggeri segnali di ripresa – hanno sottolineato i sindacati – ma non ancora tali da consentire la ripresa della produzione che ci auguriamo possa avvenire nel giro di qualche mese. Su richiesta dell’azienda, abbiamo firmato l’accordo di cassa integrazione per una durata di 13 settimane con decorrenza, garantendo comunque ai lavoratori coinvolti la piena retribuzione, l’anticipo salariale da parte di Cfs Europe e la maturazione dei ratei contrattuali».

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