Protesta alla “Nott de Bisò”. Spazi Mirabal : «tradizione razzista»

Spazi Mirabal: «La nostra critica non è rivolta alla festa della Nott de Bisò in sé, ma al rogo di una simbolica persona nera»

Una “Nott de Bisò” molto criticata quella del 2024 con la protesta di Spazi Mirabal che sulle scalinate del Duomo hanno manifestato con striscioni e bandiere palestinesi, chiedendo un cessate il fuoco e criticando la tradizione del rogo del Niballo che si ripete ogni anno nella notte fra il 5 e il 6 gennaio, criticandola come azione razzista. Per spiegare le ragioni della protesta il gruppo ha diramato una nota presentandone le motivazioni:

«Come gruppo di persone impegnate nella lotta al razzismo abbiamo organizzato un’azione di protesta pacifica a Faenza – spiega il gruppo Spazi Mirabal – nella serata del 5 gennaio 2024, durante la Nott de Bisò. Contestiamo il rogo del fantoccio che raffigura un uomo nero (il “Niballo”, cioè Annibale), chiamato saraceno – che rimanda al mondo arabo e musulmano. Quest’anno abbiamo deciso di portare l’attenzione sul razzismo insito a questo evento e sul genocidio in Palestina, con l’obiettivo di far riflettere sull’immaginario collettivo e per poterlo cambiare in futuro, magari già dal prossimo anno.

Il gruppo chiede alla cittadinanza di interrogarsi sull’attualità e la validità di questa rappresentazione e, in particolare, del razzismo di cui ritengono intrisa questa giovane tradizione.

«L’immaginario crea la cultura e per una cultura di pace crediamo che questo evento debba trasformarsi in qualcos’altro. – continuano i manifestanti – Abbiamo esposto la poesia “If I must die” di Refaat Alareer, giovane poeta e letterato palestinese morto il 6 dicembre 2023 sotto le bombe israeliane. Abbiamo aperto un grande striscione con la scritta «Cessate il fuoco! Il mondo arabo è in fiamme!», lo abbiamo portato accanto al rogo. Il tentativo di esporlo dalla balconata del Comune è stato interrotto però dalle forze dell’ordine che hanno impedito l’accesso a due persone di Spazi Mirabal con aggressività, fino all’intervento dell’assessore alla sicurezza che ha invece scelto di confrontarsi»

«Non dimentichiamo che, mentre la cittadinanza festeggia attorno alle fiamme, in Palestina continuano incessentemente i bombardamenti sulla popolazione civile. Dopo 90 giorni e oltre 22 mila morti, durante i quali il governo italiano ha dato supporto a Israele e astensione sulla risoluzione per il cessate il fuoco, queste fiamme non possono non apparire come segno di profonda insensibilità.»

Da Spazi Mirabal spiegano che la critica si rivolge al modo in cui si usufruisce della “tradizione” e alla totale assenza di ragionamento intorno al simbolo: «La nostra critica non è rivolta alla festa della Nott de Bisò in sé, che può ancora essere un rituale collettivo per fare comunità. Ma la collettività oggi non è quella del 1964: riteniamo che il rogo di una “simbolica persona nera” escluda dalla comunità tutte le persone nere, le persone di origine araba o di fede musulmana, che in quell’immagine trovano una rappresentazione stilizzata e parodica di se stesse, relegate al ruolo di “nemico” da bruciare, soprattutto in un contesto di razzismo sistemico come quello italiano»

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